Primo maggio, l’urlo dei sindacati contro le «morti bianche». Landini (Cgil) attacca il decreto Lavoro: «Cento euro? Una marchetta elettorale» – Il video
Per il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, il «Bonus Befana» voluto da Meloni e che prevede un contributo una tantum per le famiglie con redditi fino a 28mila euro «una marchetta elettorale». In mattinata, la presidente del Consiglio, con un video pubblicato sui social e in occasione della Festa dei Lavoratori, aveva rivendicato il lavoro svolto dall’esecutivo sul tema lavoro: «Anche quest’anno abbiamo scelto di celebrare questa giornata così importante nell’unico modo che conosciamo: dando risposte concrete agli italiani e in particolare a quegli italiani che ogni giorno si rimboccano le maniche e con il proprio lavoro contribuiscono alla ricchezza della nostra Nazione», il messaggio della premier. Ma per Landini, si tratta di una misura «spot» poiché è «sotto gli occhi di tutti che la gente non arriva a fine mese, ci sono più di 7 milioni di persone che pur lavorando sono povere. Pensare che tutto questo si risolva dando 100 euro lordi a gennaio e ad una platea limitata di persone credo sia un insulto al buon senso», ha detto il sindacalista dal palco del corte organizzato da Cgil, Cisl e Uil che quest’anno si svolge a Monfalcone, in provincia di Gorizia.
«Questo non risolve i problemi – ha continuato -. Serve una politica diversa ma il governo continua a pensare di poter fare quello che vuole senza confrontarsi con i sindacati, con il mondo del lavoro e questo è un danno per il Paese». Ciò che occorre fare, per il segretario della Cgil , è «rimettere al centro il lavoro, i diritti delle persone, combattere e superare la precarietà, aumentare i salari», ha affermato, rimarcando anche la questione della sicurezza sul lavoro, con «gli infortuni e le morti che si registrano soprattutto nel sistema degli appalti e subappalti e coinvolgono di più i lavoratori precari. Bisogna – ha sottolineato – cambiare il modello di sviluppo e cambiare le leggi sbagliate, folli che ci sono nel Paese».
Tra i sindacalisti restano le differenze
Se per Cgil e Uil «servono misure strutturali» perché «il tema del lavoro non può essere affrontato con uno spot di 60 euro netti che bastano per un chilo di carne, un chilo di parmigiano, un litro di olio», ha precisato Pierpaolo Bombardieri, segretario generale dell’Unione Italiana del Lavoro, che ha inoltre ricordato il «tema dei salari e delle pensioni che sono escluse dal premio» e quindi «abbiamo bisogno di scelte diverse: detassare gli aumenti contrattuali, confermare il taglio del cuneo fiscale, dare i soldi alle aziende che rinnovano i contratti e che non hanno incidenti sul lavoro», ha concluso Bombardieri. Per la Cisl il contributo di 100 euro che verrò erogato a gennaio e per questo ribattezzato «Bonus Befana» si tratta invece di una «misura importante, anche se ancora insufficiente», ha aggiunto Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, dalla piazza dei sindacati in Friuli. «Occorre fare di più», proseguendo il confronto con il governo, per «aumentare salari e retribuzioni e rinnovare tutti i contratti pubblici e privati, tagliare le tasse al ceto medio, detessare le tredicesime, rilanciare gli investimenti pubblici e privati, aprire il tavolo per cambiare il sistema previdenziale e il taglio del cuneo fiscale», ha concluso. Resta, però, aperto il grande tema della sicurezza, con i sindacati che dal palco di Monfalcone hanno ribadito «Basta morti sul lavoro». Mentre arrivano gli ultimi dati dell’Inail: le denunce di infortunio nei primi tre mesi dell’anno risultano 145.130 (+0,4% rispetto al primo trimestre 2023), di cui 191 mortali (-2,6%).
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