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Los Angeles, la polizia sgombera gli studenti pro-Gaza alla Ucla. Il numero di manifestanti arrestati negli Usa sale a 2 mila – Foto e video

02 Maggio 2024 - 21:18 Redazione
Smantellato l'accampamento, tenda per tenda: gli agenti hanno anche sparato proiettili di gomma sui ragazzi

Dopo l’irruzione della polizia alla Columbia di New York, anche alla Ucla di Los Angeles le forze dell’ordine sono intervenute per smantellare l’accampamento degli studenti pro Palestina. Secondo l’Associated Press, a partire da metà aprile – ovvero da quando gli agenti sono entrati per la prima volta alla Columbia – sono stati arrestati oltre 2 mila studenti. Nel blitz di oggi, 2 maggio, alla Ucla, i ragazzi fermati sono almeno 200. Foto e video che giungono dal campus californiano mostrano i momenti in cui le forze dell’ordine sparano anche proiettili di gomma contro i ragazzi, accampati da settimane. Nelle immagini, si vedono gli agenti aggirarsi tenda per tenda, rimuovendole, per poi respingere fuori dal campus dell’Università della California i manifestanti pro-Gaza.

La reprimenda di Biden agli studenti: «Il diritto alla protesta non significa diritto al caos»

Intanto, il presidente Joe Biden ha rotto il silenzio sulle manifestazioni degli universitari americani: «Il diritto alla protesta non significa diritto al caos», ha affermato. Poi ha voluto sottolineare che, negli Stati Uniti, «le proteste pacifiche sono tutelate, mentre il vandalismo e le proteste violente no». L’inquilino della Casa Bianca ha poi preso le difese della comunità ebraica: «Per l’antisemitismo e le minacce contro gli studenti ebrei non dovrebbe esserci spazio in nessun campus, o in America. Non c’è posto per i discorsi di odio, per la violenza, per l’islamofobia, per la discriminazione contro gli arabo-americani o i palestinesi-americani. Non c’è posto per il razzismo in America. È sbagliato e anti-americano». Dopo essersi detto generalmente contrario all’ingresso della guardia nazionale nelle università, Biden ha concluso: «Non siamo un regime autoritario dove mettiamo la gente a tacere, ma non siamo neanche un paese che non ha leggi».

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