Franco Di Mare, i dubbi del legale sull’amianto nella sede di viale Mazzini: «Dalla Rai nessuna risposta sulla bonifica»
Nel 2006 Franco Di Mare, allora conduttore di Unomattina, intervistando l’attuale presidente dell’Osservatorio nazionale amianto (Ona) Ezio Bonanni, fu il «primo giornalista a parlare di amianto su Rai1». Quasi vent’anni più tardi Bonanni assiste Di Mare per avere dalla Rai lo stato di servizio, un risarcimento e alcune importanti risposte sulle responsabilità – se ce ne sono – dell’azienda. Di Mare fu inviato per la Rai nei Balcani e ha lavorato per l’azienda della tv pubblica per oltre 30 anni. Pochi giorni fa è intervenuto a Che Tempo Che Fa per annunciare di avere il mesotelioma, un tumore aggressivo nel 90 per cento dei casi dovuto all’esposizione alle polveri di amianto. Il giornalista ha anche detto che da viale Mazzini non hanno mai risposto alle sue richieste di avere lo stato di servizio, un documento che certifica dove il dipendente ha lavorato e per quanto tempo. Necessario per accertare eventuali responsabilità all’azienda alla quale «spetta di verificare quali sono i rischi per un proprio dipendente che viene inviato in zone di guerra e mettere in atto tutte le misure di protezione necessarie», spiegava Bonanni. In una intervista all’agenzia Dire, l’avvocato spiega che ci sono altri casi simili a quello di Di Mare. E non solo di dipendenti inviati all’estero.
I dubbi sulla sede di viale Mazzini
«Di Mare ha contratto il mesotelioma perché c’è una responsabilità precisa della Rai, che avrebbe dovuto fornirgli i dati richiesti», scandisce Bonanni, «in Rai ci sono anche altri casi di mesotelioma che noi come Osservatorio nazionale amianto stiamo seguendo». Pausa: «Ma parliamo della presenza di Amianto all’interno della sede di viale Mazzini?», chiede il giornalista della Dire. «Sì», assicura Bonanni, «ho chiesto un accesso agli atti per verificare se la sede fosse stata bonificata, ma ancora non mi è stato consentito». Almeno altre due persone che hanno lavorato con lui in quel periodo da inviato manifestano poi sintomi di una malattia respiratoria. Sullo stato di servizio, il legale spiega che la Rai ha sbagliato a negarglielo, «il Codice etico interno avrebbe infatti imposto un diverso tipo di comportamento. Ma questo lo vedremo nelle competenti sedi giudiziarie».
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