Piero Fassino indagato per il furto del profumo: verso l’archiviazione per la tenuità del fatto?

Il deputato Pd potrebbe usufruire velocemente della chiusura indagini nei suoi confronti. Grazie anche alla riforma Cartabia. Poi il Gip deciderà

Ora che Piero Fassino è indagato per tentato furto dalla procura di Civitavecchia per il caso del profumo Chance di Chanel al Duty Free 25 dell’aeroporto di Fiumicino la storia può finire in tre modi. La prima è quella di chiedere al giudice delle indagini preliminari l’archiviazione per insussistenza di prove. Ma questa pare anche la più difficile da seguire. Perché un video smentisce la sua versione sul prodotto messo in tasca per avere le mani libere. E perché le voci sui precedenti e sulla recidività sono state confermate dalla testimonianza di una commessa di Aelia Lagardère. Mentre sono sei i testi che lo accusano per i fatti del 15 aprile scorso.


Le strade

La seconda strada invece è più praticabile. Il procuratore capo Antonio Liguori potrebbe chiedere al Gip l’archiviazione per «particolare tenuità del fatto». Si tratta di una formula inserita nel codice penale con il decreto legislativo n. 28/2015. Si può utilizzare quando: l’offesa è di particolare tenuità e il comportamento non risulta abituale. La motivazione può anche essere dichiarata d’ufficio direttamente dal giudice. E non toglie comunque le eventuali ripercussioni del giudizio civile sulla persona che riceve l’archiviazione. In più, il provvedimento verrebbe comunque iscritto nel casellario giudiziale. Visto che il valore della merce era di 100-130 euro, è possibile che la procura segua questa strada. La terza è quella peggiore per il deputato del Partito Democratico: ovvero il pubblico ministero potrebbe chiudere le indagini, sentirlo come indagato e infine chiedere il rinvio a giudizio.


La tenuità del fatto

Anche l’avvocato Daniele Francesco Lelli, sentito oggi dal Fatto Quotidiano, è convinto che la soluzione della tenuità sia la più probabile. «Non c’è aggravante, perché non c’è stato danneggiamento o destrezza. Anzi, il suo avvocato potrebbe chiedere anche il tentato furto, perché non ha avuto il possesso del bene rubato uti dominus, Fassino infatti è sempre stato monitorato dalle telecamere», spiega Lelli. «Solitamente queste indagini – la polizia ha depositato anche 5 video ritraenti i fatti del 15 aprile – sfociano alla svelta nella nuova udienza predibattimentale, come previsto dalla riforma Cartabia. In tal caso, il giudice potrebbe optare per un’assoluzione per tenuità del fatto, ai sensi dell’articolo 131 bis del codice penale». Secondo Lelli c’è un solo rischio: «Se dovesse ricascarci subentrerebbe la reiterazione del reato. E Fassino rischierebbe un’incolpazione con recidiva».

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