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Arriva prima delle europee la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati

03 Maggio 2024 - 21:04 Redazione
A Palazzo Chigi una riunione ha già portato a raggiungere un'intesa su alcuni punti: ecco quali

La nuova riforma costituzionale della Giustizia sta per essere messa a punto. Il provvedimento deve presentato prima delle elezioni europee di inizio giugno, ma alcuni punti fermi sono già emersi nel vertice allargato che oggi, 3 maggio, ha avuto luogo a Palazzo Chigi. E prevedono la separazione delle carriere per i magistrati, due Csm e l’eventuale creazione di un’Alta Corte che giudicherà ‘requirenti’ e ‘giudicanti’. Al tavolo di oggi hanno preso parte, scrive il Messaggero, la premier Meloni, il Guardasigilli Nordio e il suo vice Sisto, il sottosegretario Mantovano, i sottosegretari di Via Arenula, i presidenti delle Commissioni di Camera e Senato e i responsabili Giustizia dei partiti di maggioranza.

Le ipotesi

Se l’accordo di massima sui temi citati sembra raggiunto, però, alcuni dettagli rimangono in corso di definizione. Per esempio, il metodo di elezione dei togati: bisognerà stabilire se sarà a sorteggio ‘secco’ o ‘mediato’. La seconda ipotesi prevede che, per la componente togata, i magistrati candidabili al Csm saranno sottoposti a una successiva selezione dopo essere stati sorteggiati. Inoltre, si esclude l’ipotesi secondo cui la metà dei componenti dell’organismo sarà nominata dal governo. Si sta però valutando se aumentare i membri laici dei Consigli, almeno un quarto nominati dal Parlamento. Così come rimane aperto il dibattito sulla presidenza dei due Csm. La cosa più probabile è che rimanga prerogativa del Capo dello Stato, ma al momento non è detto che i due distinti Consigli non possano venire presieduti, rispettivamente, dal primo presidente della Corte di Cassazione e dal procuratore generale presso la Corte.

L’Alta Corte

Sembra inoltre sempre più concreta la prospettiva di un’Alta Corte per giudicare i magistrati. Idea che, scrive ancora il Messaggero, sarebbe ripresa da una bozza messa a punto durante la Bicamerale per le riforme di Massimo D’Alema dal deputato Marco Boato. Nel documento si parla di una «Corte di giustizia della magistratura», che avrebbe dovuto occuparsi dei «provvedimenti disciplinari nei riguardi dei giudici ordinari e amministrativi e dei magistrati del Pubblico ministero». «La Corte – proseguiva la bozza – è altresì organo di tutela giurisdizionale in unico grado contro i provvedimenti amministrativi assunti dai Consigli superiori della magistratura ordinaria e amministrativa». Si ipotizzava anche la sua composizione: nove membri, eletti tra i propri componenti dai Consigli superiori della magistratura ordinaria e amministrativa.

Le reazioni

Nei prossimi giorni, si potrebbe valutare anche una modifica dell’articolo 112 della Costituzione. Al momento, infatti, l’azione penale è obbligatoria: cambiando la legge, potrebbe diventare discrezionale. L’Associazione nazionale dei magistrati ha già chiesto «un confronto con Nordio per un contributo tecnico al provvedimento, almeno prima che diventi legge». L’Anm intende esprimere anche le sue perplessità in merito al «totale stravolgimento dell’assetto costituzionale» perché «viste nell’insieme le riforme preoccupano». Nel frattempo, l’Associazione europea dei giudici si è già espressa in modo contrario ai provvedimenti, ritenendo che costituiscano «un grave attacco all’indipendenza della magistratura», poiché andranno a minare «l’attuale equilibrio di poteri esistente in Italia», in contrasto «con gli standard europei».

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