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Il resort di lusso coi soldi del Superbonus, case vacanza e Spa sulla spiaggia di Noto: la truffa da 13 milioni – Il video

03 Maggio 2024 - 14:49 Redazione
Da un rudere e un campo agricolo, marito e moglie stavano costruendo una mega-struttura turista sfruttando i benefici del Superbonus

Volevano costruire un resort di lusso lungo la costa siracusana vicino a Noto, grazie alle agevolazioni del Superbonus due coniugi denunciati per truffa dalla Guardia di Finanza. I militari hanno sequestrato 13 milioni di euro, tra valore degli immobili e i crediti fiscali fittizi relativi al Superbonus. Tra il 2020 e il 2021 la coppia aveva comprato un fabbricato abbandonato con annesso terreno agricolo. Era lì che volevano realizzare un resort con area benessere e Spa di lusso, con tanto di appartamenti, un grande alberto, un’area multifunzionale, un ristorante e un centro benessere.

Dopo aver stipulato il rogito, marito e moglie hanno registrato la costituzione nella provincia di Siracusa e Ragusa di due condomini, di cui la donna era rappresentante. Una volta ottenute le autorizzazioni, marito e moglie avevano avviato i lavori di ristrutturazione, abbattendo il rudere esistente e ricostruendo da zero gli immobili per farne una mega-struttura turistica. Per questa operazione, spiegano i finanzieri, i due hanno fatto richiesta di beneficiare del Supebonus. E hanno ottenuto il riconoscimento per il credito del 110% di quanto speso per i lavori. I finanzieri avrebbero accertato che prima della stipula dei due rogiti i coniugi «procedevano, senza averne ancora titolo e con l’ausilio di alcuni professionisti compiacenti, al frazionamento catastale dei due fabbricati mediante la costituzione di 118 nuovi subalterni rispetto ai 4 originari, con l’unica finalità, come le indagini hanno dimostrato, di ottenere un beneficio fiscale di gran lunga maggiore rispetto all’importo spettante».

Secondo la disciplina del Superbonus, la coppia avrebbe potuto usufruire dei benefici per un massimo di 96mila euro per singola unità immobilitare. Se non avessero costituito i due condomini fittizi, i coniugi avrebbe potuto comunque usufruire delle agevolazioni del Superbonus per un massimo di quattro abitazioni. I finanzieri spiegano che però «il frazionamento posto in essere dai due neo condomìni era meramente formale, vista l’assenza di una reale divisione (impianti elettrici, scarichi, condutture idriche) tra le costituenti unità immobiliari». Con l’aiuto quindi di «professionisti, consulenti e delle società che avevano svolto i lavori, venivano realizzate due rilevantissime operazioni immobiliari speculative, finanziandole interamente a spese dello Stato».

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