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Il rettore dell’Università di Bari vuole aumentarsi lo stipendio del 128%: «Dovrebbero farlo tutti»

03 Maggio 2024 - 12:09 Ygnazia Cigna
Stefano Bronzini, rettore dell'Università di Bari
Stefano Bronzini, rettore dell'Università di Bari
Prima del Magnifico di Uniba, erano stati i colleghi del Politecnico di Bari e dell'Università del Salento a ottenere dagli organi dei rispettivi atenei l'aumento del proprio stipendio. Decisioni a cui seguirono non poche polemiche da parte dei sindacati

Il rettore dell’Università di Bari «Aldo Moro», Stefano Bronzini, ha annunciato l’intenzione di aumentare il proprio stipendio del 128%. Questo significherebbe un passaggio dagli attuali 71mila euro a uno stipendio annuo lordo di 160mila euro, con effetto retroattivo anche per gli anni 2022 e 2023. Bronzini non è un caso isolato, soprattutto in Puglia. Prima di lui il rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino, aveva fatto richiesta lo scorso anno di alzarsi lo stipendio del 400%. Con il via libera del Cda del Politecnico alla delibera, la sua retribuzione annua dovrebbe passare da 36 a ben 121mila euro, previa approvazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Già quell’operazione aveva provocato non poche polemiche. I sindacati andarono su tutte le furie con la Cgil Puglia e la Federazione lavoratori della conoscenza regionale che parlarono di azione «totalmente fuori da ogni contesto sociale, politico ed economico di quel che vive il Paese», soprattutto considerando la presenza nelle università italiane di «sacche di precariato e inquadramenti contrattuali molto poveri».

«Bisogna coprire i costi delle responsabilità»

Nonostante le critiche dei sindacati, l’aumento dello stipendio dei rettori è un’operazione del tutto conforme alla legge, come previsto dal Dpcm del 23 agosto 2022 numero 143, approvato dall’allora presidente del Consiglio Mario Draghi. Sulla stessa scia, infatti, si era mosso anche il rettore dell’Università di Lecce, Fabio Pollice, che aveva manifestato la volontà di aumentare la propria retribuzione da 25.200 a 121mila euro l’anno. Tuttavia, dopo il parere negativo (non vincolante) del Senato accademico, ha deciso di rinunciare. Al contrario, il rettore dell’università di Bari sembra determinato a seguire questa strada. Ha, infatti, chiarito la sua posizione affermando: «Tutti dovrebbero tutelarsi con un’assicurazione che sia in grado di coprire i costi delle responsabilità». Anche Bronzini ha già incassato il parere favorevole del Cda dell’ateneo barese. Ora manca solo il via libera del ministero dell’Economia e delle Finanze.

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