Oggi Salvini è contro le zone 30, ma nel 2022 firmò un decreto da 13 milioni per finanziarle
Oltre 13 milioni di euro. Questa è la cifra destinata in larga parte alle zone 30 da un decreto ministeriale (408 del 22/12/2022) di Matteo Salvini, di cui si legge nella relazione sull’utilizzo dei proventi delle multe dell’anno 2022. Le cifre sono chiare a pagina sei del documento, ora in mano alle Commissioni che in Senato stanno approvando le modifiche al codice della strada. La Direzione Generale per la Sicurezza e l’Autotrasporto, parte del Dipartimento per la Mobilità Sostenibile del Mit, ha potuto elargire nell’ambito del capitolo 7333 Piano Nazionale si Sicurezza Stradale 2030, poco meno di 14 milioni di euro. Di questi, 13,5 milioni sono andati ai 14 grandi comuni del Paese, come stabilito da un decreto del 22 dicembre 2022, quando Salvini era già ministro dei Trasporti. L’obiettivo dichiarato è il «miglioramento della sicurezza dei pedoni», non particolarmente dissimile da quello proclamato dal vicepremier nell’annunciare il controverso nuovo codice della strada. A differire è il modo in cui questo obiettivo dev’essere raggiunto.
Zone 30 tira e molla
D’accordo con le indicazioni degli esperti del settore, il primo intervento nella lista è «l’azione di moderazione del traffico con l’implementazione di zone 30 e isole ambientali», per «mitigare le differenze di velocità esistenti tra pedoni e traffico motorizzato». Destinazioni d’uso che portano subito alla mente lo scontro ingaggiato dal segretario della Lega con l’amministrazione di Bologna. Dallo scorso gennaio nella gran parte delle strade del centro della città felsinea non si potrà andare più veloce di 30 chilometri orari. Dall’introduzione della misura il numero di vittime della strada è calato significativamente, in linea con l’esperienza delle molte città europee che hanno adottato lo stesso modello, ma che Salvini sostiene porti «più danni che benefici», soprattutto alla «gente che vuole lavorare». Le opinioni del ministro si riflettono anche nel nuovo codice della strada, che riduce la possibilità dei comuni di installare autovelox, e istituire ztl e zone 30, sebbene incrementi le multe per chi infrange le regole.
Più sicurezza per i pedoni
Nel testo, che fa parte della documentazione trasmessa alle commissioni parlamentari che devono approvare le modifiche al codice della strada, si legge anche della «realizzazione di percorsi pedonali, attraversamenti pedonali semaforizzati ed altri interventi similari»; della «messa in sicurezza di percorsi pedonali»; e dell’«aumento della visibilità degli attraversamenti pedonali, anche mediante interventi su segnaletica verticale ed orizzontale». Per realizzare questi interventi, il comune che beneficia del maggior quantitativo di fondi è Roma, con oltre 4 milioni di euro. Seguono Milano (con 2,38 milioni), Torino (1,1 milioni) e Genova (poco più di un milione). Napoli si accaparra oltre 800 mila euro. Poco più dei circa 600 mila di Palermo, Bologna e Firenze. Ben al di sotto del mezzo milione Bari, Catania Trieste, Verona e Messina. Poco più di qualche spicciolo a Venezia, unica città a scendere sotto i 200 mila.
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