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Fedez Codacons: 1 a 0. Chiesto il proscioglimento contro il rapper: «Rienzi quando vuoi ti limono come Rosa Chemical» – Il video

06 Maggio 2024 - 20:32 Alba Romano
La sentenza è attesa per il 17 giugno. L'artista è accusato di calunnia nei confronti del presidente dell'associazione dei consumatori

Il vento sta cambiando, stavolta a a favore di Fedez. Nella querelle contro il Codacons, dove figura accusato di calunnia, il pm ha chiesto per il rapper il non luogo a procedere. L’udienza è durata tre ore e segna un nuovo capitolo nella diatriba giudiziaria che da mesi lo vede contrapposto all’associazione dei consumatori. Oggetto di questo processo le accuse che Fedez ha mosso contro il Codacons su un presunto banner ingannevole pubblicato nel 2020 sul sito dell’associazione in tema di coronavirus. «È andata benissimo – ha affermato il rapper uscendo da piazzale Clodio -. È l’undicesima volta che un magistrato chiede un proscioglimento: il Codacons si metta il cuore in pace e si dedichi a cose più utili. In aula mi sono difeso affermando che il banner utilizzato per la raccolta fondi fosse ingannevole». Secondo il pm Antonino Di Maio manca l’elemento soggettivo del reato. Fedez ha respinto le accuse affermando che «come cittadino ho sentito il dovere di denunciare tutto ai carabinieri». Intercettato da Pomeriggio 5 ha scherzato con l’inviato che lo invitava a far pace con l’associazione: «Rienzi quando vuoi ti limono come Rosa Chemical».

La vicenda giudiziaria

Tutto iniziò il 17 aprile del 2020 quando Fedez presentò querela ai danni dell’Associazione. Per l’accusa il contenuto di quella denuncia rientra nel reato di calunnia. Nel capo di imputazione l’ex di Chiara Ferragni avrebbe «accusato falsamente» Carlo Rienzi, il presidente del Condacons (oggi presente in aula), di tentata truffa e diffamazione. «Accusava falsamente Rienzi di aver pubblicato un messaggio ingannatorio sul sito internet del Codacons con il quale – è detto nel capo di imputazione riportato da Ansa – si sarebbe fatto credere che la raccolta fondi promossa sulla pagina internet www.codacons.it nel mese di marzo del 2020 fosse destinata alla battaglia contro il Coronavirus», inducendo così «un numero indeterminato di utenti ad aderire alla suddetta campagna, al fine di procurarsi donazioni che invece venivano impiegate a vantaggio esclusivo del Codacons». Nell’esposto Fedez ha accusato Rienzi di averlo diffamato in un comunicato stampa del marzo 2020 e in diversi video pubblicati su YouTube. Reati archiviati che portano oggi il trapper in aula con l’accusa di calunnia. Nei confronti di Fedez, i pm di piazzale Clodio in un primo momento avevano sollecitato l’archiviazione che è stata però respinta dal tribunale che ha disposto per Fedez l’imputazione coatta.

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