Matteo Falcinelli già ferito prima dell’arresto, il sangue sulla camicia, il blackout dopo il drink e l’audio sparito della polizia: cosa non torna
Aveva la camicia già sporca di sangue prima dell’arresto a Miami Matteo Falcinelli, il 25enne di Spoleto che nella notte tra il 24 il 25 febbraio scorso è stato fermato con violenza dalla polizia e trattenuto poi per 13 minuti, legato mani e piedi. Sono diversi i punti rimasti oscuri sulla vicenda dello studente italiano che sarebbe stato picchiato e torturato durante l’arresto e la detenzione nella cella di transito della stazione di polizia, come mostrato da alcuni video delle bodycam degli stessi agenti. Uno degli elementi ancora da chiarire è che cosa sia successo all’interno dello strip club. E cosa sia realmente accaduto dopo l’arresto, con le versioni contrastanti tra quella dei poliziotti e la famiglia del 25enne. Elementi rimasti irrisolti anche per via del fatto che l’audio delle bodycam in certi momenti è stato spento.
Che cosa è successo nel locale
Come emerge dai video diffusi dal Quotidiano nazionale, si vedono tre macchie di sangue sulla camicia di Falcinelli prima dell’arresto fuori dal locale. Come ricostruisce il Giorno, secondo la famiglia il 25enne è entrato nel locale alle 22.15. All’interno ordina da bere e rifiuta l’approccio di alcune ragazze. Quando arriva in bagno, si accorge che gli mancano i cellulari. Falcinelli comincia a cercarli, finché una ragazza gli dice che sono stati ritrovati all’ingresso del bar. Falcinelli va a recuperarli e poi va al bar per prendere i drink che aveva ordinato. Li trova già pronti sul bancone e li beve insieme alla ragazza. Da quel momento i ricordi si fanno confusi e non può essere escluso che sia stato in quel momento che il ragazzo si sia ferito.
L’audio silenziato
Quella stessa sera alle 3.40 Falcinelli è in manette, caricato in auto dalla polizia con l’agente che l’ha preso in consegna che chiama i colleghi. Ai cinque poliziotti che ha intorno, l’agente dice: «Continuava a toccare tutti». Poi un altro agente fa il gesto di ruotare una leva, scrive il Giorno. A quel punto l’audio sparisce, si vedono solo i poliziotti che parlano tra loro. Secondo i famigliari del 25enne, gli agenti hanno volutamente censurato i loro discorsi evitando di registrarli.
Il rapporto dei poliziotti
Secondo quanto scritto nel rapporto della polizia, Falcinelli chiedeva la restituzione di 500 dollari che avrebbe speso nel bar. I video però indicano che il ragazzo chiedeva insistentemente i suoi cellulari, che ribadisce gli erano spariti mentre si trovava all’interno del locale. Un poliziotto gli risponde che dentro nessuno ha i suoi smartphone. Ed è in quel momento che la tensione sale, con Falcinelli che alza la voce e pretende di riavere i telefoni e l’agente che lo avverte: «Loro non hanno i tuoi telefoni, se non vuoi avere guai vai a casa fratello». Nel giro di pochi secondi, il 25enne è a terra con la faccia sbattuta sull’asfalto e il ginocchio del poliziotto che preme sul collo.
Poco dopo la scena appare ancora poco chiara. I cellulari spuntano fuori, consegnati al poliziotto da un uomo in completo nero, probabilmente un addetto alla sicurezza del locale. L’agente li poggia per terra, accanto al corpo di Falcinelli. Quando il ragazzo viene messo in auto ammanettato, i telefoni vengono messi in macchina. Ma nel verbale di questo non c’è traccia. Perciò la famiglia insiste che le richieste del ragazzo siano state completamente ignorate dalla polizia.
L’indagine
A chiarire che cosa sia successo quella notte potrebbero esserci due indagini parallele, una americana e una italiana. La famiglia di Falcinelli si è affidata all’avvocato Francesco Maresca, che già in passato aveva assistito i familiari di Meredith Kercher. Maresca assicura che nei prossimi giorni valuterà quanto le autorità italiane potranno intervenire nel caso di Falcinelli.
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