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Pd e M5s all’assalto dopo l’arresto di Toti: «Ora elezioni anticipate in Liguria». Ma il centrodestra non ci sta: «Tempi dell’inchiesta sospetti»

07 Maggio 2024 - 16:30 Redazione
Nordio e Tajani: «Siamo garantisti, attendiamo gli atti». E anche Renzi dall'opposizione predica cautela

L’arresto del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, con l’accusa di corruzione nell’esercizio della funzione e per atti contrari a doveri d’ufficio nonché di corruzione elettorale ha causato nell’arco di poche ore un vero terremoto politico. A gettare rapidamente nella mischia è il Movimento 5 stelle, che chiede le dimissioni dell’intera Giunta regionale ligure. «In tutti questi anni abbiamo più volte segnalato e denunciato, anche con esposti, diverse operazioni quantomeno discutibili. L’operazione delle Colonie Bergamasche o la vendita dell’ex ospedale di Santa Margherita, oltre alle centinaia di attività inerenti a determinate “sponsorizzazioni” e utilizzo di fondi pubblici. Le notizie non fanno bene alla nostra regione», ha dichiarato il capogruppo regionale del M5S Fabio Tosi con il collega di Gruppo Paolo Ugolini. Il leader pentastellato Giuseppe Conte allarga la questione: «C’è un problema oggi in Italia di questione morale, c’è un tariffario, da nord a sud, si paga per un voto in campagna elettorale, da dieci o venti euro fino a cinquanta euro per voto. Dobbiamo rigenerare dall’interno la politica», attacca Conte. Secondo cui «l’inchiesta è appena avviata, stanno emergendo dei fatti, dobbiamo tenere al riparo le istituzioni da un discredito che fa male a tutti. Non è mettendo la mordicchia alle procure che si risolve il problema della corruzione, del malaffare e dello scambio politico mafioso».

La condanna del Pd, il garantismo di Renzi

A ruota arriva anche la dura presa di posizione del Pd: «Quanto emerso dalle indagini dell’inchiesta certifica un modo disgustoso di fare politica, volta solo alla gestione e alla spartizione del potere. La
magistratura farà il suo corso rispetto alle singole responsabilità penali, oggi però si deve chiudere la stagione del centrodestra in Liguria. Toti si dimetta e ci siano subito nuove elezioni», chiede in una nota il Partito Democratico della Liguria. Ben diversa la posizione di Matteo Renzi, che ricorda di essere sì «all’opposizione di Toti» ma, «a maggior ragione siamo garantisti», dice il leader di Iv a margine di un evento a Roma, aggiungendo, inoltre, di non aver «mai pensato che un provvedimento giudiziario debba automaticamente influire sulla vita politica del Paese».

L’appello di Nordio

La maggioranza di governo predica invece cautela in attesa che sia chiarito il quadro indiziario. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, si dice «garantista». «Non conosco gli atti e da garantista penso sempre alla presunta innocenza. Mi è sembrato di capire che si tratta però di fatti che risalgono ad alcuni anni fa e che l’inchiesta non è nata oggi ma tempo addietro», sottolinea Nordio in merito all’indagine genovese. «Ho esercitato 40 anni da pubblico ministero e raramente ho chiesto provvedimenti di tutela cautelare dopo anni di indagini. Le mie perplessità – continua il ministro – non sono mai sul momento in cui scatta il provvedimento cautelare rispetto all’imminenza delle elezioni» ma «se ho delle perplessità tecniche riguardano il tempo in cui è stato commesso il reato ed è iniziata l’indagine», conclude. 

La reazione di Forza Italia

Anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si inscrive nella linea garantista. Per il vicepremier «una persona è colpevole soltanto quando è condannata in terzo grado di giudizio. Lo sono per le persone di area del centrodestra che possono essere coinvolte come per quelle di area del centrosinistra. Sono convinto che Toti farà di tutto per dimostrare la propria innocenza, l’estraneità alle accuse che lo riguardano. Voglio essere ottimista e fiducioso per lui», afferma Tajani, rispondendo a una domanda sull’arresto del governatore Toti a margine della presentazione di un annullo filatelico per la caduta del muro di Gorizia. Nel frattempo però Forza Italia fa sapere, con una nota, di aver sospeso Maurizio Testa e Arturo Testa. Ai due, in concorso con il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, è contestato il reato di  corruzione elettorale in occasione delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del 20 e 21 settembre 2020. «Forza Italia – si legge nel comunicato -, totalmente estranea ai fatti, rivendica i suoi valori garantisti e attende la conclusione delle indagini ed eventuali esiti processuali», si legge nella nota. 

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