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Crosetto e l’offensiva a Rafah: «Israele si fermi o sarà un disastro». I negoziatori di Netanyahu? «Spero restino folgorati sulla via del Cairo»

07 Maggio 2024 - 13:19 Diego Messini
Il ministro della Difesa ribadisce la «preoccupazione» dell'Italia per la nuova possibile azione e promette: «Pronti ad aiutare a debellare Hamas in futuro»

Israele è ancora in tempo per rinunciare all’offensiva su Rafah e tornare al tavolo dei negoziati. Ed è ciò che dovrebbe fare. È questa la linea del governo italiano in queste ore convulse e drammatiche per il Medio Oriente. Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto ospite questa mattina alla trasmissione L’Aria che tira su La7. «Abbiamo chiesto a Israele di fermarsi, perché un attacco a Rafah rischia di fare un numero inaccettabile di vittime innocenti. Significherebbe spostare più di un milione di persone e mettere donne, bambini e uomini innocenti che nulla hanno a che fare con Hamas in una condizione peggiore di quella in cui già si trovano», ha detto Crosetto, aggiungendo di aver delineato tale posizione direttamente al suo omologo israeliano Yoav Gallant, con cui i contatti «sono costanti». D’altra parte, ha ricordato Crosetto, quella possibile nuova avanzata dell’Idf «preoccupa moltissimo» non solo l’Italia, ma l’intero Occidente, il cui giudizio in proposito è «unanime». Anche in quei Paesi e governi, ricorda ancora Crosetto pensando anche a quello di cui fa parte, che sono e restano «amici di Israele». Ma come convincere in concreto quel Paese che si sente sotto assedio e a rischio di nuove future stragi se Hamas non sarà smantellata a rinunciare all’ultimo stadio dell’operazione militare? «Abbiamo detto a Israele che Hamas che è già stata in parte debellata può essere poi eliminata del tutto dalla Striscia di Gaza anche nei prossimi anni. Israele potrà contare sul fatto che tutti consideriamo Hamas come organizzazione terroristica e lavoreremo perché non abbia alcun ruolo nel futuro dei palestinesi».

Negoziati ancora possibili?

Ora però, è il senso del pressing, Israele deponga le armi già pronte fuori da Rafah e torni al tavolo dei negoziati. Ieri sera per un attimo era parso che il cessate il fuoco fosse stato acciuffato per davvero, con il sì finalmente pronunciato da Hamas, poi tutto è saltato ancora una volta – secondo Israele perché gli islamisti avrebbero dato l’ok ma ad una versione «inaccettabile» della bozza d’intesa. Crosetto, a domanda ad hoc di David Parenzo, sostiene di non avere informazioni circostanziate su come siano andate davvero le cose: «So però che le trattative sono in corso da tempo e sono spesso caotiche, per cui ci può stare che ogni tanto qualcuno perda un pezzo. Ma il problema è se uno vuole arrivare o meno a una soluzione. Se sì, il tempo per rileggere una bozza che magari si era perso e sbloccare la situazione lo trova», è l’annotazione velenosa contro il governo Netanyahu. Durante la diretta giunge notizia che Israele, nonostante le distanze confermate sull’ultima bozza «inaccettabile», avrebbe dato l’ok al nuovo invio di una delegazione dei suoi negoziatori al Cairo. «Un’ottima notizia: speriamo che restino folgorati sulla via del Cairo, come San Paolo rimase folgorato sulla via di Damasco», chiosa Crosetto.

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