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Europee 2024, socialisti, liberali, verdi e sinistra sfidano il Ppe: «Mai con l’estrema destra in Ue, von der Leyen ci stai?»

Il pressing dei progressisti in vista del voto dell'8 e 9 giugno: «Invitiamo tutti a rifiutare ogni normalizzazione o alleanza con chi vuole distruggere l'Ue»

A un mese esatto dalle elezioni europee dell’8 e 9 giugno, arriva dal fronte europeo di centrosinistra una delle mosse politiche fin qui più importanti in vista della nuova maggioranza che potrebbe formarsi al Parlamento europeo. I leader di quattro gruppi politici – i socialisti di S&D, i liberali di Renew, i Verdi e la Sinistra – hanno firmato infatti oggi 8 maggio una dichiarazione congiunta che punta a relegare l’estrema destra ai banchi dell’opposizione. L’appello è rivolto genericamente a «tutti i partiti democratici», ma il vero destinatario è con ogni evidenza il Partito popolare europeo (Ppe), che può contare sulla delegazione più folta di eurodeputati a Strasburgo – elemento che dovrebbe uscire riconfermato dal voto – ed è alla ricerca di una riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea. Nella dichiarazione congiunta pubblicata oggi, i quattro leader europei si impegnano a «rifiutare fermamente qualsiasi normalizzazione, cooperazione o alleanza con i partiti di estrema destra e radicali» e invitano tutti gli altri a fare altrettanto.

Cosa dicono i sondaggi

Secondo la media delle rilevazioni pubblicate da Europe Elects, la composizione del prossimo Parlamento europeo dovrebbe vedere un relativo rafforzamento dei partiti alla destra del Ppe, anche se non tale da permettere una maggioranza – anche volendo – tra queste sole formazioni. Il Ppe dovrebbe eleggere 183 europarlamentari, uno in più del 2019, confermandosi primo partito. Al secondo posto c’è il centrosinistra di S&D, che porterebbe a Strasburgo 140 eurodeputati, contro i 154 dell’ultima tornata elettorale. Seguono, sempre secondo le medie dei sondaggi pubblicate da Europe Elects: Renew (86 eurodeputati), i conservatori di Ecr (86), l’estrema destra di Identità e Democrazia (84), i Verdi (48), la Sinistra (44) e i non iscritti (48). A registrare il calo più vistoso di consensi sono i partiti ecologisti e liberali, che potrebbero perdere rispettivamente 26 e 22 eurodeputati rispetto alle ultime elezioni. A bilanciare il loro calo è la crescita di Ecr, il gruppo politico di cui fa parte anche Fratelli d’Italia, che vedrebbe la propria delegazione allargarsi dagli attuali 62 europarlamentari a un totale di 86.

EUROPE ELECTS | Le proiezioni sui seggi al Parlamento europeo assegnati a ciascun gruppo politico in base alla media dei sondaggi raccolti da Europe Elects

Il Ppe a un bivio

Con questi numeri, lo scenario più probabile è che le elezioni di giugno 2024 riconfermino l’attuale «maggioranza Ursula», formata da Ppe, S&D e Renew (con l’appoggio esterno dei Verdi su alcuni dossier). Se i partiti di destra ed estrema dovessero ottenere un risultato più alto del previsto, i Popolari potrebbero decidere però di accantonare l’attuale maggioranza di centrosinistra e cercare alleati a destra. Uno scenario che l’ala più progressista del Parlamento europeo vuole scongiurare a ogni costo. Ursula von der Leyen ha detto chiaramente che non ha alcuna intenzione di allearsi con il gruppo Identità e Democrazia, di cui fa parte anche la Lega di Matteo Salvini, ma ha lasciato la porta socchiusa ai conservatori di Ecr. In un dibattito organizzato da Politico con tutti gli Spitzenkandidaten, la presidente della Commissione europea non ha escluso una collaborazione con il gruppo di cui fanno parte anche Giorgia Meloni e l’estrema destra polacca di Diritto e Giustizia.

Giorgia Meloni e Ursula Von Der Leyen al summit Italia-Africa summit del 29 gennaio 2024 (ANSA/Fabio Cimaglia)

Il pressing dei Socialisti (e non solo)

A poche settimane dal voto di giugno, i Socialisti e gli altri alleati del blocco progressista sembrano avere tutta l’intenzione di spingere il Ppe a sbilanciarsi prima della chiamata alle urne. «Siamo di fronte a un momento cruciale nella storia del nostro progetto europeo, in cui ancora una volta l’estrema destra tenta di riportare in auge le pagine più buie della nostra storia, mettendo in discussione tutto ciò che abbiamo costruito e avvelenando le nostre democrazie», scrivono nella dichiarazione congiunta Iratxe Garcia Perez (S&d), Valerie Hayer (Renew), Terry Reintke e Philippe Lamberts (Verdi), Manon Aubry e Martin Schirdewan (The Left). Insomma, secondo i firmatari dell’appello, l’ascesa dei partiti di estrema destra rappresenta «una minaccia» per il progetto europeo. E il messaggio rivolto al Ppe, e alla stessa von der Leyen, è chiaro: «Rifiutare ogni normalizzazione, cooperazione o alleanza con l’estrema destra e i partiti radicali». Un impegno che i leader chiedono di includere «formalmente e inequivocabilmente nei manifesti elettorali e nelle dichiarazioni di partito».

In copertina: La presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen (EPA/Jarek Praszkiewicz)

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