Itavia, sequestrati 130 milioni a due manager della compagnia aerea. Sono soldi sottratti dai risarcimenti per la strage di Ustica
Sono circa 130 milioni di euro quelli sequestrati dal nucleo speciale polizia valutaria della Guardia di Finanza a due componenti pro-tempore del cda della compagnia aerea Itavia. Il decreto è emesso dal gip di Milano, su richiesta della procura di Milano. I due amministratori, diventati anche azionisti di maggioranza, «avrebbero pressoché azzerato il patrimonio aziendale residuo derivante dai risarcimenti corrisposti alla società dai ministeri della Difesa e delle Infrastrutture e dei Trasporti, a seguito della strage di Ustica del 1980». Nel mirino due operazioni di finanziamento pregiudizievoli del patrimonio sociale, una da 130 milioni di euro (mai restituita) e l’altra da 45 milioni di euro (quest’ultima successivamente rimborsata), in società riconducibili ai due componenti del cda.
La sentenza, il risarcimento e quelle somme «reimpiegate per finalità estranee»
A quarant’anni dalla strage dove persero la vita 81 persone una sentenza della Corte d’Appello di Roma nel 2020 condannò il ministero della Difesa e dei Trasporti a risarcire con 330 milioni di euro Itavia, proprietaria del DC-9 che esplose in volo. Dopo la tragedia l’Enac revocò le licenze sui servizi di linea, che portarono alla crisi occupazionale di Itavia e al fallimento dell’azienda. I 130 milioni sequestrati sarebbero serviti per estinguere un prestito bancario che era servito ad acquisire il pacchetto di maggioranza della società. Nel 2023 la magistratura civile nominò un curatore speciale che rilevò delle irregolarità nelle operazioni. Le somme erogate «sono state reimpiegate per finalità estranee alla concessione della citata linea di credito», riporta il comunicato firmato dalla procura.
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