Caso Di Mare, la denuncia di un altro dipendente Rai: «Ho il mesotelioma, l’ho preso nelle sede di viale Mazzini»
Dopo le preoccupazioni sulla sede Rai di viale Mazzini sollevate dall’avvocato di Franco Di Mare, ex conduttore di Unomattina che nelle scorse settimane ha annunciato di avere il mesotelioma, un tumore aggressivo nel 90% dei casi dovuto all’esposizione alle polveri di amianto, ora parla un altro dipendente del servizio pubblico. Si chiama Mariusz Sodkiewicz e in un’intervista a la Repubblica rivela che sarebbe stato esposto alle fibre pericolose dell’amianto. Secondo il giornalista, proprio negli uffici centrali dell’azienda del servizio pubblico. Secondo quanto dichiarato dall’ex dipendente, la Rai negli anni avrebbe stanziato milioni di euro per cercare di risolvere il problema, di cui era pertanto consapevole. «Ogni anno quando si appendevano i calendari qualcuno diceva: “Non fate buchi al muro che c’è l’amianto”. Sembravano battute, non lo erano», inizia a raccontare Sodkiewicz a colloquio con Andrea Ossino.
La scoperta
«Lo scorso luglio avevo una leggera tosse. Ho pensato fosse dovuta all’aria condizionata, poi alla sinusite o al reflusso. Io mi controllavo periodicamente, da ex fumatore. Così prima di partire in Australia volevo capire di cosa si trattasse. Non pensavo a qualcosa di grave, non avevo sintomi. Mi fanno un esame e la prima cosa che mi chiedono i medici è: “Ma lei che lavoro fa? Il pompiere? L’idraulico? Lei è pieno di amianto”. Erano gli ultimi giorni di novembre. Erano sconvolti dalla quantità di amianto che avevo», prosegue. L’ex dipendente Rai nel giro di pochi mesi ha visto peggiorare rapidamente le proprie condizioni di salute. Quando gli è stato diagnosticato il mesotelioma, ha iniziato a fare mente locale su dove potesse averlo preso.
«L’ho preso in viale Mazzini»
«L’esposizione deve essere prolungata e io sono sempre stato a viale Mazzini. Ho iniziato a lavorare per Carlo Sartori nel 2002. In passato ho lavorato anche nell’ufficio per il contenzioso normativo, per l’ufficio che si occupa di amianto, davo supporto agli avvocati, alla segreteria. Guarda un po’», spiega Sodkiewicz. «La Rai è una grande azienda, l’amianto non ti dà un indirizzo di provenienza ma lì è scappato qualcosa. C’erano delle stanze al terzo piano, che adesso non esistono più, piene di scotch, con buchi incollati. Ci ponevamo delle domande: era amianto. Lavoravano la sera e la mattina eravamo in ufficio. Ogni tanto facevano controlli, avevano delle macchinette, una specie di bastone e dei contenitori, vedevano quante fibre giravano e ci tranquillizzavano. Andava avanti così da 15 anni. Uno sottovaluta tante cose. Quando mi è arrivato il responso ho collegato tutto». Ora riferisce di aver fatto domanda all’Inail ed è in attesa.
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