Che fine ha fatto la tassa sugli extraprofitti delle banche? «Non l’ha pagata nessuno»
Vi ricordate? Subito dopo il varo della tassa sugli extraprofitti delle banche il governo sosteneva che sarebbero entrati 2-3 miliardi dagli istituti di credito. La premier Giorgia Meloni addirittura diceva che i profitti erano «ingiusti». E che lei non difendeva le «rendite di posizione». L’imposta, pari al 40% avrebbe dovuto essere calcolata in parte sulla differenza tra interessi passivi e attivi tra il 2021 e il 2022, con una franchigia del 3%. L’altra parte si sarebbe dovuta calcolare sull’eccedenza del 6% maturata tra 2021 e 2023. Avrebbe dovuto essere versata entro il 30 giugno 2024. Poi, a settembre, dopo le critiche della Bce e della Banca d’Italia, l’esecutivo aveva cambiato idea. E con un emendamento aveva permesso agli istituti di mettere i soldi a riserva invece di darli allo Stato.
L’escamotage
L’escamotage è servito. Nel senso che già le previsioni dicevano che nelle casse dello Stato non sarebbe entrato neanche un euro. Nonostante i 43 miliardi di utili del settore nel 2023. E Meloni è rimasta all’asciutto. Esattamente come il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il quale ha ammesso il flop durante il Question Time alla Camera: «Al momento non risultano essere pervenuti versamenti, esattamente come previsto dalla relazione tecnica». Poi il responsabile di via XX Settembre si è difeso: «Ricordo che a bilancio del non è mai stata iscritta alcuna somma connessa all’attuazione di tale disposizione, sia nel testo originale sia in quello novellato, come del resto già previsto nella relazione tecnica allegata alla disposizione. In sede di conversione, al fine di rafforzare la struttura patrimoniale degli istituti di credito, è stata introdotta la facoltà di non versare l’imposta, destinando un importo non inferiore a due volte e mezza l’imposta dovuta a una riserva non distribuibile».
I livelli di rating
Secondo Giorgetti però «il rafforzamento patrimoniale delle banche ha contribuito a mantenere o migliorare i livelli di rating e ciò ha costituito uno dei fattori che hanno contribuito alla riduzione dello spread registrato dal nostro paese negli ultimi mesi e, quindi, un risparmio in relazione agli interessi passivi». Il Fatto Quotidiano calcola che il totale degli extraprofitti delle banche grazie al rialzo del costo del denaro ammonta a 21,5 miliardi.
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