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Giorgia Meloni contro Vincenzo De Luca: «Ha deriso Don Patriciello, un segnale spaventoso»

11 Maggio 2024 - 09:37 Redazione
giorgia meloni vincenzo de luca don patriciello
giorgia meloni vincenzo de luca don patriciello
Il governatore campano lo aveva definito un Pippo Baudo con la frangetta

Ieri il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha criticato Don Maurizio Patriciello per la sua presenza al convegno sul premierato organizzato da Palazzo Chigi con la presenza di Giorgia Meloni. De Luca ha definito il prete «Pippo Baudo con la frangetta». Oggi la premier su Facebook gli replica: «Pippo Baudo dell’area nord di Napoli”. Così, deridendolo, il presidente della Regione Campania definisce Don Maurizio Patriciello, un prete, un uomo che cerca di combattere la camorra e dare risposte alle famiglie perbene dove quelli come De Luca non sono riusciti a farlo, o non hanno voluto farlo. Padre Maurizio vive sotto scorta perché è diventato un obiettivo dei camorristi che non gradiscono la sua tenacia nell’allontanare i giovani dalla droga e dalla criminalità». E infine: «Invece di aiutare Padre Maurizio, fargli sentire il sostegno delle istituzioni, De Luca lo deride, e così facendo dà un segnale spaventoso. Voglio dire a Padre Maurizio che lo Stato c’è, al suo fianco. Che non è solo. E che gli uomini e le donne che non hanno scambiato le istituzioni per il palcoscenico di un cabaret, ma svolgono il loro compito con disciplina e onore, conoscono e riconoscono il valore dei suoi sacrifici».

La replica di De Luca

De Luca dal canto suo non sembra intenzionato a scusarsi. Anzi torna all’attacco, stavolta della premier: «Apprendo con animo turbato e contrito che l’on. Meloni ha trovato “spaventosa” una mia battuta relativa alla sua performance sul premierato, e al carattere propagandistico che l’ha caratterizzata. Sono grato e commosso per l’attenzione. Ma sono spaventato del suo spavento». E sulle polemiche sollevate dalle sue «battute», il governatore campano taglia corto: «Mi aspetterei che il presidente del Consiglio, oltre che delle fanfaluche, si preoccupasse di sbloccare i nostri fondi di sviluppo e coesione bloccati da un anno, e consentisse così la realizzazione di opere e la creazione di lavoro. Consideriamo questa la risposta più efficace ai poteri criminali».

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