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Bene Geolier e Articolo 31, una noia Ultimo. Confusi Anna e Lazza. Le nostre recensioni alle uscite della settimana

12 Maggio 2024 - 18:51 Gabriele Fazio
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Ditonellapiaga – Flash

Se il secondo album è sempre il più difficile, Flash ci regala una nuova meravigliosa certezza della nostra musica. Perchè Ditonellapiaga l’ha fatto di nuovo: dopo il bellissimo Camouflage (targa Tenco per la migliore opera prima), di nuovo un disco perfetto, scintillante, che invece di giocare sull’istinto e la ferocia dell’esordio, risulta più maturo e ponderato, con una centrata capacità di mantenere il carattere che fa di Ditonellapiaga una delle più intriganti nuove realtà del pop all’italiana. Il disco pulsa di un’acuta intimità, anche nei brani più psichedelici, quelli che ti fanno cedere a convulsioni da salotto che coraggiosamente definisci ballo, non c’è un solo pezzo sbagliato, fuori posto, esagerato, autoreferenziale. Tutto è molto femminile, senza proclami femministi. Le collaborazioni sono scelte con sapienza e sono tutte azzeccate. In questo senso a noi ci hanno stordito dalla bellezza Come prima con Fulminacci e Non resisto con Whitemary, artista che tra l’altro meriterebbe molta più attenzione e fortuna. Non c’è una title track, una canzone che si intitola Flash, ma il concetto di flash è ovunque, è l’elemento principale del disco, che procede proprio come una serie di luminosissimi flash, azzeccata metafora di una vita che non ti da il tempo di passarti una mano tra i capelli tra una foto e un’altra, e ci coglie alle volte spaesati, alle volte frastornati, alle volte festanti, alle volte profondi, malinconici, cupi. Poi però bisogna avere voglia, capacità e mezzi per riportare in un unico linguaggio tutte queste sensazioni e il modo in cui Ditonellapiaga riesce a farlo, con tale scioltezza, onestà e contemporaneità, è stupefacente. Di artiste di questa caratura in Italia ne servirebbero ancora una decina.

10 / 38

Ditonellapiaga – Flash

Se il secondo album è sempre il più difficile, Flash ci regala una nuova meravigliosa certezza della nostra musica. Perchè Ditonellapiaga l’ha fatto di nuovo: dopo il bellissimo Camouflage (targa Tenco per la migliore opera prima), di nuovo un disco perfetto, scintillante, che invece di giocare sull’istinto e la ferocia dell’esordio, risulta più maturo e ponderato, con una centrata capacità di mantenere il carattere che fa di Ditonellapiaga una delle più intriganti nuove realtà del pop all’italiana. Il disco pulsa di un’acuta intimità, anche nei brani più psichedelici, quelli che ti fanno cedere a convulsioni da salotto che coraggiosamente definisci ballo, non c’è un solo pezzo sbagliato, fuori posto, esagerato, autoreferenziale. Tutto è molto femminile, senza proclami femministi. Le collaborazioni sono scelte con sapienza e sono tutte azzeccate. In questo senso a noi ci hanno stordito dalla bellezza Come prima con Fulminacci e Non resisto con Whitemary, artista che tra l’altro meriterebbe molta più attenzione e fortuna. Non c’è una title track, una canzone che si intitola Flash, ma il concetto di flash è ovunque, è l’elemento principale del disco, che procede proprio come una serie di luminosissimi flash, azzeccata metafora di una vita che non ti da il tempo di passarti una mano tra i capelli tra una foto e un’altra, e ci coglie alle volte spaesati, alle volte frastornati, alle volte festanti, alle volte profondi, malinconici, cupi. Poi però bisogna avere voglia, capacità e mezzi per riportare in un unico linguaggio tutte queste sensazioni e il modo in cui Ditonellapiaga riesce a farlo, con tale scioltezza, onestà e contemporaneità, è stupefacente. Di artiste di questa caratura in Italia ne servirebbero ancora una decina.

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