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Salone del Libro, Scurati denuncia «la svolta illiberale» dell’Italia. E dice: «La democrazia è in crisi»

12 Maggio 2024 - 15:52 Redazione
Lo scrittore, ospite della kermesse torinese, accusa il governo Meloni di «indicare come nemici gli intellettuali, gli scrittori e gli artisti»

Antonio Scurati torna all’attacco dell’esecutivo Meloni e dei vertici di viale Mazzini. L’accusa è sempre la stessa: aver bloccato la messa in onda del monologo che lo scrittore aveva preparato in occasione del 25 aprile. «È in atto una svolta illiberale. È un dato di fatto che gli intellettuali liberi, scrittori, artisti e studiosi, vengono indicati dall’attuale governo come nemici. A prescindere dal mio caso personale, un monologo che celebrava la Resistenza antifascista è stato cancellato». Per quella vicenda, la conduttrice Serena Bortone è stata sottoposta a un procedimento disciplinare interno alla Rai. Oggi, 12 maggio, lo scrittore è intervento al Salone internazionale del libro di Torino. Nel suo discorso, riportato dal Corriere, Scurati ha affermato: «La democrazia è sempre lotta per la democrazia che troppo spesso, io per primo, insieme alla generazione degli ultimi ragazzi del secolo scorso, non abbiamo ascoltato. Noi, figli privilegiati di un Occidente decadente, che vivevamo in un eterno presente, rompendo la storia dell’impegno civile dei nostri genitori e dei nostri nonni».

E ha proseguito: «Una mattina uggiosa, poi, ci siamo risvegliati dagli anni Ottanta e abbiamo cominciato a prendere coscienza che la democrazia è una conquista storica recente, fragile, minacciata, circoscritta a un pezzo di mondo che si va sempre più restringendo. Sebbene le ultime settimane mi abbiano costretto in questo ruolo di simbolo e portabandiera, io sono uno scrittore. Ed è proprio per questo, mio malgrado, che mi sono trovato in questa situazione: proprio per i libri che ho scritto, come Fascimo e populismo: Mussolini oggi e La trilogia di M.». Scurati, in un passaggio, ha anche criticato tutti i totalitarismi, dal comunismo al fascismo, sottolineando che «l’attuale crisi della democrazia che stiamo attraversando ha delle analogie con la crisi di cento anni fa, che colpì il nostro Paese».

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