Elezioni in Catalogna, in testa il candidato sostenuto da Sanchez. Maggioranza lontana, si va verso l’accordo con gli indipendentisti

I socialisti non governano la regione dal 2010. Il voto avrà ripercussioni anche sulle alleanze nel parlamento nazionale

Il socialista Salvador Illa in testa davanti ai separatisti di Junts ed Erc, come dicevano le previsioni alla vigilia del voto. Questa mattina, domenica 12 maggio, alle 9 si sono aperti i seggi in tutta la Catalogna per rinnovare i 135 seggi del parlamento regionale. Stando agli exit poll di Sigma dos per Tve, dietro ai primi tre partiti ci sarebbero i Popolari (9-12 seggi) seguiti dalla destra di Vox (10-11 seggi). Dal parlamento uscirebbero i liberali di Cidadanos, fermi sotto la soglia di sbarramento del 3%, mentre alla Generalitat riuscirebbe a eleggere tre rappresentanti la formazione di estrema destra anti islamista Aliança Catalana. I sondaggi davano in testa Salvador Illa, il candidato del Psc, il Partito socialista catalano, sostenuto dal premier Pedro Sanchez. L’ex ministro della Sanità, apprezzato per il suo lavoro durante gli anni della pandemia di coronavirus, voleva riportare i socialisti al governo della Generalitat dopo 14 anni e secondo le proiezioni sarebbe stato il più votato con il 26% dei voti e avrebbe potuto ottenere circa 40 seggi. Lontani, lontanissimi dalla maggioranza di 68 necessaria per governare. Nessun partito da solo può puntare all’incarico del parlamento regionale con il quale andare a chiedere la fiducia a Madrid. Così sono decisivi i voti degli indipendentisti, a partire da Junts per Catalunya (dati a 33-36 seggi) dell’ex presidente Carles Puigdemont, che ha votato dall’esilio nel sud della Francia dopo quel referendum illegale per l’autonomia che nel 2017 spaccò il Paese. Ed Esquerra Republicana de Catalunya (Erc) dell’attuale governatore Pere Aragones (che secondo gli exit poll dovrebbero avere 24-27 seggi): insieme agli anticapitalisti del Cup erano dati al 46%, una percentuale che non avrebbe permesso loro di riformare una maggioranza indipendentista alla Generalitat. Dalle alleanze nel parlamento catalano passano però anche i destini di Sanchez, che poche settimane fa ha valutato le dimissioni. Al Palazzo delle corti il Psoe governa grazie all’appoggio dei due maggiori partiti indipendentisti catali, Junts ed Erc, che esprimono 7 deputati a testa. Uno sgarbo o un errore nelle trattative a Barcellona potrebbe incrinare la fragile maggioranza del governo nazionale.


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