Bari, racket di prostituzione minorile: alle tre vittime di 16 anni veniva dato il 50% dei guadagni
Tre ragazze, che all’epoca dei fatti avevano 16 anni, sono state introdotte nel mondo della prostituzione con la promessa di guadagni facili. E il riscontro, effettivamente, era immediato: qualche cliente pagava diverse centinaia di euro per una singola prestazione sessuale. Gli adescatori trattenevano una metà del compenso, mentre l’altra metà finiva nelle tasche delle vittime del racket. Gli investigatori del tribunale di Bari hanno verificato che il denaro ottenuto con la prostituzione «veniva utilizzato dalle ragazze per acquistare abiti, borse e cenare in ristoranti costosi». Le minorenni, inoltre, «adottavano le cautele utili a non far scoprire ai propri parenti le cospicue disponibilità economiche e gli acquisti eseguiti».
L’inchiesta
L’inchiesta, che si è sviluppata nella provincia del capoluogo e nella Bat, ha portato a dieci provvedimenti cautelari nei confronti di quattro donne e sei uomini, indagati «per aver indotto, favorito, sfruttato, gestito ed organizzato la prostituzione di tre ragazze minori d’età, traendo guadagno dalle prestazioni sessuali offerte, a pagamento, ad una pluralità di clienti». Le quattro donne, rispettivamente di anni 35, 21, 25 e 24 anni, e due uomini, un 29enne e un 25enne, sono stati arrestati e condotti in carcere. Ai domiciliari, invece, due clienti delle giovani: i due hanno 47 e 42 anni e pare che fossero consapevoli della minore d’età delle ragazze. Nonostante ciò, non hanno esitato a consumare rapporti sessuali con loro. Infine, un cliente di 55 anni è stato comminato l’ordino di dimora.
Il racket
Stessa misura cautelare al gestore 45enne di una struttura ricettiva nel Barese, coinvolto perché secondo gli inquirenti tollerava l’esercizio della prostituzione nei suoi alloggi. Per gestire il racket, i presunti autori del reato utilizzavano utenze telefoniche dedicate, rese pubbliche tramite annunci online. Una struttura ben organizzata, raccontano Adnkronos e LaPresse: c’era chi provvedeva alla prenotazione dell’hotel, chi accompagnava le ragazze nelle camere e chi riceveva le telefonate dei clienti, fissando gli appuntamenti. Gli sfruttatori, a turno, attendevano in stanze attigue a quelle delle ragazze che la prestazione terminasse. Poi incontravano i clienti per intascare i soldi e, dopo averli salutati, raggiungevano le ragazze per corrispondere loro il 50% della somma ricevuta. L’indagine è partita a marzo 2022, dopo la denuncia della mamma di una delle tre 16enni: la donna aveva notato che sua figlia aveva cambiato comportamento e si era insospettita per l’amicizia nata con una escort marchigiana.