La cooperativa taxi di Bologna espelle Red Sox, l’editto contro l’autista pro-Pos: «Così ci ha lesi e denigrati»

La decisione a pochi mesi dalla sospensione del tassista. Che replica via social: «Presto risponderò nelle sedi opportune»

Il tassista Roberto Mantovani (in arte Red Sox) è stato escluso dal Consiglio d’amministrazione di Cotabo, una delle cooperative di taxi più rilevanti dell’Emilia-Romagna, dopo il procedimento disciplinare a suo carico. Una decisione che arriva al culmine di mesi di tensioni e controversie. Nel dicembre del 2023, Cotabo aveva sospeso Mantovani dal servizio di radiotaxi per sette giorni a causa di quelle che la cooperativa definì «reiterate condotte di diffusione di notizie non corrispondenti al vero, volte a ledere in modo esplicito la reputazione della cooperativa, dei suoi amministratori e degli altri soci». Le accuse nei confronti di Mantovani non si limitano solo alla divulgazione di informazioni false, ma comprendono quella che da Cotabo definiscono una vera e propria «campagna mediatica volta a denigrare apertamente la cooperativa».


L’attività sui social di Red Sox

Red Sox, infatti, è noto a Bologna per la sua attività sui social media, dove pubblica regolarmente i suoi guadagni giornalieri e denuncia i colleghi che rifiutano i pagamenti con pos e carta di credito. Denunce che gli hanno offerto una certa visibilità che, però, non è stata priva di conseguenze. In passato, Mantovani ha raccontato di essere stato vittima di intimidazioni, come il ritrovamento delle gomme del suo taxi a terra e la ricezione di lettere minatorie. Inoltre, ha rivelato di essere stato escluso da un corso di aggiornamento per tassisti volontari che hanno un defibrillatore a bordo. A suo carico ora arriva la scelta del Cda di Cotabo, che ha giustificato l’esclusione di Mantovani sottolineando «la sua profonda e insanabile contrarietà ai principi base del sodalizio associativo».


La replica di Red Sox

Per la cooperativa non è tollerabile, inoltre, l’intenzione del tassista di ottenere vantaggi personali a scapito degli interessi collettivi della cooperativa, oltre alla reiterazione di questi comportamenti «che denotano una totale mancanza di volontà di rispettare le normative regolatrici della cooperativa». Non tarda ad arrivare la replica del diretto interessato, rigorosamente là dove tutto è iniziato: sui social. «Senza parole… (per ora) C’è tutto il tempo per trovarle, nelle sedi opportune, insieme a tutta la vicenda degli incassi trasparenti che ha fatto infuriare così tanto i colleghi. Ora nelle loro chat segrete saranno passati dagli insulti ai festeggiamenti», scrive Red Sox sul suo profilo X.

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