La denuncia di Roberto Salis: «L’Ungheria nega il diritto di voto a mia figlia»
«Hanno detto a Ilaria che è straniera e quindi non sanno come farla votare». Ilaria Salis, in regime di detenzione cautelare a Budapest da 16 mesi con l’accusa di aver partecipato all’aggressione di due militanti di estrema destra, potrebbe non votare alle prossime elezioni Europee di giugno, alle quali è candidata con Alleanza Verdi-Sinistra. La denuncia arriva dal padre Roberto Salis che racconta all’Ansa come le autorità ungheresi starebbero prendendo tempo. «Oggi ho parlato con Ilaria, mi ha detto che nel carcere hanno chiesto a tutte le detenute se volevano votare e lei ovviamente ha risposto di sì, ma le è stato detto che c’è una carenza legislativa italiana che non le consentirebbe di votare», le parole di Roberto, «ha interpellato l’ambasciata che non le ha saputo dare risposta, c’è una palese violazione dei diritti umani in corso e ci vorrebbe una presa di posizione chiara del governo. L’ambasciatore italiano a Budapest Manuel Jacoangeli ha contattato il ministero dell’Interno visto che è un problema loro e mi aspetto una presa di posizione chiara per capire se tutti i cittadini possono esercitare il loro diritto di voto». Il padre della docente di 39 anni ha poi ricordato come sua figlia sia ancora in carcere nonostante siano scaduti i termini della detenzione cautelare in carcere: «È un’altra palese violazione dei diritti umani, l’8 maggio sono scaduti i sei mesi stabiliti dal giudice, il quale però non deciderà sul prolungamento finché non arriverà la decisione sull’appello che abbiamo presentato per avere i domiciliari», che le sono stati negati a fine marzo. «Tutto questo avviene», aggiunge, «senza che il governo o la diplomazia facciano nulla».
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