Inchiesta Liguria, Spinelli risponde al gip: «Ho detto tutto». Si indaga su una maxi frode sulle mascherine Covid da 1,2 milioni di euro

La procura ha aperto un fascicolo per una fornitura di mascherine durante l’era Covid. In questo filone, il presidente della Regione non risulta indagato

La diga foranea di Genova è l’opera più costosa dell’intero Pnrr. Un cantiere imponente, per uno stanziamento previsto di 1,3 miliardi di euro. Ed è sull’infrastruttura che si concentra l’ultimo stralcio di intercettazione sul caso Liguria, pubblicata dall’Ansa. La conversazione ha come protagonisti il presidente della Regione, Giovanni Toti – attualmente ai domiciliari -, e l’ex presidente dell’Autorità portuale, Paolo Emilio Signorini, che è anche l’unico indagato sottoposto a misura cautelare in carcere. «La diga foranea – afferma Toti – è sostanzialmente per Spinelli». Da quanto emerge dagli atti dell’inchiesta, Toti e Signorini stanno commentando un pranzo tra Aldo Spinelli – l’imprenditore portuale che, secondo l’accusa, è il principale corruttore di Toti – e Claudio Burlando, ex presidente della Regione.


Nelle carte dell’inchiesta, la conversazione è commentata così: «Signorini riferiva a Toti che Burlando era intenzionato a sostenere la linea dell’inutilità della nuova diga e Toti commentava che, se Burlando sosteneva questa linea, avrebbe dovuto farlo pubblicamente e che il primo a esserne danneggiato era proprio Spinelli». Ed è a questo punto che Toti direbbe la frase sulla grande opera: «Così impara Spinelli a farci i suoi pranzi, visto che la diga sostanzialmente è per Spinelli». Il contenuto dell’intercettazione è stato diffuso dalle agenzie di stampa mentre si svolgeva l’interrogatorio di garanzia di Aldo Spinelli, davanti al gip Paola Faggioni. Anche suo figlio, Roberto Spinelli, è stato ascoltato dal gip: «Ha risposto alle domande per un’ora e mezza alle domande del gip Faggioni e del pm Monteverde», afferma il suo legale, l’avvocato Vernazza, palesando un atteggiamento collaborativo dell’assistito. Anche il padre, Aldo Spinelli, ha deciso di rispondere alle domande: «Ho detto tutto, tutto», ha riferito ai cronisti uscendo dalla Procura, «se torno libero? Spero di meritarmelo».


Il fascicolo sulla maxi-frode per le mascherine anti-Covid

La procura, intanto, ha aperto anche un fascicolo per una presunta frode da 1 milione e 200 mila euro sulle forniture sanitarie vendute agli enti pubblici durante l’era Covid. Gli investigatori, indagando sul voto di scambio tra la comunità riesina e quella calabrese nell’ambito dell’inchiesta che coinvolge Toti, hanno scoperto la possibile truffa su mascherine e altri dispositivi per la protezione individuale. In questo filone dell’inchiesta, è bene sottolinearlo, il presidente della Regione non risulta nemmeno indagato. Ma il suo nome viene fatto dai protagonisti della vicenda. Scrivono i militari della Guardia di finanza: «Sono state svolte indagini nei confronti di un’associazione per delinquere, promossa e capeggiata da Yuri Fergemberger ed Edoardo Boldrini e composta da vari associati e sodali, che, sfruttando l’emergenza sanitaria conseguente alla diffusione del Covid, ha realizzato plurime condotte di illecita commercializzazione di prodotti sanitari, in sfregio anche ad elementari norme di tutela della salute e nell’esclusiva prospettiva di massimizzare i propri illeciti guadagni».

Tale associazione, secondo le carte, puntava a raggiungere Domenico Cianci. L’amministratore di decine di condomini a Rapallo e re delle preferenze alle regionali del 2020, consigliere della regione Liguria, doveva essere il punto di riferimento in Regione per diventare fornitori di mascherine alle scuole. Nelle intercettazione, due persone che non sarebbero indagate dicono: «Cianci ok? E se con Cianci si arrivasse a Toti, per le mascherine, visto che abbiamo anche le mascherine da bimbo, adesso… sarebbe… sarebbe un bel colpo, eh? Perché ora le stanno cercando da fare paura». E l’altro interlocutore: «Ma per le scuole, dici?». E dall’altro lato la conferma: «Perché li si parla di milioni di pezzi… visto che lui vuole una mano… una mano lava l’altra e tutte e due lavano il viso…».

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