Laura Matteotti: «Il governo non ricorda mio nonno perché sono fascisti»
Laura Matteotti, nipote di Giacomo, è figlia del secondogenito del politico ucciso da una banda di fascisti. Dice di aver saputo chi fosse a scuola: «Agli esami di terza media mi chiesero di parlare di mio nonno. “Mio nonno chi?” ho risposto. Sono tornata a casa sconvolta, trovai i miei genitori a pranzo, e domandai: “Scusatemi, ma chi era Giacomo Matteotti?”». Poi ha saputo tutto «Al funerale di mio padre, nel 2000, a Fratta Polesine. Ho dormito nella stanza che era stata di Giacomo e Velia. C’era tantissima gente, tutti mi baciavano, mi abbracciavano, i vecchi tiravano dal portafoglio i santini di mio nonno. Erano proprio stravolti nel vedermi lì. A un certo punto ho incontrato Stefano Caretti».
Il biografo
Il biografo di Matteotti l’ha portata sulla tomba e le ha cominciato a raccontare tutto. Intanto Giorgio Almirante, segretario del Msi, veniva a prendere il tè a casa vostra: «Sì, anche due volte a settimana. Almirante era sempre elegantissimo. Ricordo che li spiavo dal salone mentre conversavano. Mio padre mai me lo presentò, per cui ho questo ricordo di me che li spio dalla porta». Dice che del nonno le piaceva «il suo impegno per i poveri, l’intransigenza contro il fascismo». E che il suo ricordo «era stato come dimenticato. C’è bisogno che una figura così venga fuori, per capire cos’è stato il Ventennio». Perché «Matteotti fa ancora paura, perché era uno tosto, uno che ha denunciato i brogli delle elezioni del 1924. E quindi l’hanno fatto fuori». Il governo Meloni, invece, «non lo sta assolutamente ricordando: perché sono fascisti».
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