Liliana Segre e le minacce: «Mi rifiuto di rimanere a casa perché qualcuno vuole ammazzarmi. Ho già visto tutto, come potrei avere paura?»
Le minacce arrivano ogni giorno e nell’ultimo anno, con l’intensificarsi della guerra sulla Striscia di Gaza, sono anche aumentate. Ma Liliana Segre, 94 anni, unica sopravvissuta della sua famiglia al campo di concentramento nazista ad Auschwitz, non ha intenzione di fermare la sua attività di divulgazione e di memoria nelle scuole. «Ricevo minacce pazzesche che ho ignorato per anni. E mi preoccupo di questi odiatori in generale che dovrebbero essere protetti e curati. Ma io ho visto tutto, come potrei avere paura a uscire di casa?», chiede durante un evento a Milano al Memoriale della Shoah. «Dico sempre che ho vissuto invano. Per 30 anni sono andata nelle scuole a raccontare ciò che era successo», continua la senatrice a vita, nata nel 1930 e e che a 13 fu deportata ad Auschwitz dove rimase un anno, «ritrovarmi a 94 anni a sentirmi dire: “Stai attenta, stai a casa”. A me piace vivere, sono attiva, ho tante passioni, e dovrei stare a casa perché qualcuno vuole ammazzarmi? No». Segre poi spiega che in questi mesi minacce e manifestazioni di odio hanno riguardato tanti ebrei italiani indiscriminatamente, «che non c’entrano niente con le decisioni politiche di Israele e magari non le condividono»: «Non mi aspettavo questa ondata spaventosa di odio e antisemitismo», ha aggiunto, «siamo sempre stati odiati e perseguitati. Ma nonostante la Shoah e tutto quello che possiamo raccontare, il popolo di Israele continua a vivere nell’indifferenza generale». All’evento era presente anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha confermato le preoccupazioni della senatrice a vita. «Dal 7 ottobre abbiamo avuto il 1000% di aumento di segnalazioni di sentimenti d’odio. Abbiamo alzato le barriere ma il sentimento di antisemitismo può alimentare forme di terrorismo», ha commentato il ministro, «noto che nella discussione pubblica c’è una certa sottovalutazione. Negare la parola a qualcuno o assaltare un obiettivo di matrice ebraica, è la cosa più sbagliata. Ogni azione che cela una riproposizione di sentimenti antisionisti e antisemiti va rifiutata da tutti».
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