Dai Paesi Ue l’ok finale alla stretta sulle emissioni per i nuovi veicoli pesanti, l’Italia vota contro. Via libera anche alla riforma mirata della Pac

Dopo l’ok del Consiglio arrivato lo scorso 26 marzo, la riforma della Pac è stata approvata in tempi record grazie alla procedura d’urgenza

Nel corso del Consiglio Istruzione, i Paesi Ue hanno dato il via libera finale alla stretta sulle emissioni di Co2 per i nuovi veicoli pesanti. Come previsto, i ministri degli Stati membri hanno dunque confermato l’accordo con il Parlamento europeo risalente allo scorso gennaio. Approvando un nuovo regolamento che prevede diversi obiettivi, che riguarderanno i camion superiori alle 7,5 tonnellate e gli autobus privati. Un taglio del 45% delle emissioni al 2030, del 65% al 2035, e del 90% al 2040, oltre al target del 15% al 2025 già previsto dalla normativa vigente. L’Italia ha espresso voto contrario, così come la Polonia e la Slovacchia, mentre la Repubblica ceca si è astenuta. Approvate anche le misure di riforma mirata della Politica agricola comune (Pac) proposte dalla Commissione europea, una risposta alle proteste dei trattori che hanno avuto luogo in tutta Europa negli ultimi mesi. Sintetizzabili così: meno controlli a carico degli agricoltori, deroghe agli obblighi ambientali per accedere ai fondi Ue e procedure riviste per la modifica dei piani strategici nazionali. In questo caso, l’unico Paese ad essersi astenuto è stata la Germania.


I bus cittadini

Tornando invece ai veicoli pesanti, diversi sono i target pensati per i nuovi bus cittadini, per i quali è previsto un taglio delle emissioni del 90% entro il 2030, per poi raggiungere le emissioni zero entro il 2035. L’appuntamento per una valutazione intermedia degli obiettivi da parte dell’Unione è fissato al 2027. Il Parlamento ha approvato un testo a cui è stato aggiunto un considerando su richiesta tedesca, che vincola la Commissione europea a valutare (entro un anno dall’entrata in vigore del provvedimento) l’opportunità di introdurre una metodologia per la registrazione di veicoli commerciali pesanti che funzionano esclusivamente con carburanti neutri in termini di CO2.


Più flessibilità

Dopo l’ok del Consiglio arrivato lo scorso 26 marzo, la riforma della Pac (che rappresenta di fatto il principale strumento attraverso cui l’Ue regola i sussidi destinati al settore agricolo) è stata approvata in tempi record grazie alla procedura d’urgenza. La revisione prevede più flessibilità riguardo alcuni obblighi sulle colture e il maggese – le cosiddette condizionalità ambientali – per accedere ai fondi, oltre che un’esenzione dai controlli per le piccole aziende agricole inferiori a 10 ettari. Bruxelles stima che la misura riguarderà il 65% dei beneficiari della Pac. La riforma facilita inoltre la concessione di esenzioni dalle regole «in caso di problemi causati da condizioni meteorologiche estreme».

La riforma lampo

Alla fine di aprile era già arrivato il via libera in plenaria a Strasburgo sulla riforma della Pac. Una manovra che aveva fatto felici gli agricoltori ma scontenti gli ambientalisti, che l’avevano definita «un regalo avvelenato». Dal momento che, per dirla con le parole di Greenpeace, «senza natura non ci sono più né gli agricoltori né la sovranità alimentare». Il ministro belga dell’agricoltura, David Clarinval, presidente di turno dell’Ue, oggi – 13 maggio – ha invece espresso soddisfazione. Commentando su X: «In pochi mesi abbiamo ottenuto un riorientamento della Pac verso un’ecologia meno punitiva e un maggiore pragmatismo a favore dei nostri agricoltori».

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