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Squad Girls, le escort 16enni per i clienti ricchi di Bari: «Ci davano 20 mila euro al mese»

14 Maggio 2024 - 06:43 Alba Romano
Alcune di loro venivano anche ricattate e minacciate. Uno degli sfruttatori voleva pubblicare le foto degli incontri sui social media

Soldi. Regali. Droga. E carte di credito. L’inchiesta sul racket della prostituzione minorile di Bari ha scoperchiato un vaso di Pandora su un giro che andava dalle ville private agli hotel. In carcere sono finite quattro donne e due uomini accusati di gestire gli affari. Mentre due clienti sono finiti ai domiciliari per il reato di prostituzione minorile. Altri due hanno ricevuto l’obbligo di dimora. Le donne arrestate si facevano chiamare “Squad Gilrs”, mentre tra i clienti c’erano i rampolli di facoltose famiglie pugliesi. Tra cui il figlio di un boss. Alle ragazze arrivavano da 150 a 500 euro per ogni prestazione: arrivavano a guadagnare anche 20 mila euro al mese. Alcune di loro venivano anche ricattate e minacciate. Uno degli sfruttatori voleva pubblicare le foto hot sui social media.

L’indagine

L’indagine parte da fatti che risalgono al 2021. Le vittime avevano 16 anni. In galera sono finiti Marilena Lopez (35 anni), Antonella Albanese (21), Federica Devito (25) ed Elisabetta Manzari (24). Insieme a Ruggero Doronzo (29 anni) e Nicola Basile (25). Quest’ultimo è figlio di un poliziotto. È lui ad aver minacciato la pubblicazione di foto hot per convincere una 16enne a prostituirsi. Incassava metà della somma per le prestazioni. L’attività si svolgeva tra Bari, la provincia Barletta-Andria-Trani e a Roma e Milano. Il Gip Giuseppe Ronzino parla di modalità imprenditoriali raffinate. Una delle ragazze che voleva uscire dal giro è stata picchiata dalle Squad Girls. La prima denuncia è arrivata dalla madre di una delle minorenni. Che ha trovato dell’hascisc in casa. E poi ha detto ai carabinieri della figlia coinvolta in un giro di prostituzione.

La mamma e la figlia

A marzo 2022 gli inquirenti hanno trovato foto in cui la ragazza si accompagnava a Sabino Capriati, erede dell’omonimo clan di Bari Vecchia. La mamma di un’altra sedicenne ha invece trovato alla ragazza una carta di credito oro e tante banconote da 50 euro. Mentre la mamma di una terza ragazza è stata pagata per il suo silenzio. La figlia invece è stata presa a schiaffi dal fratello che non approvava le sue frequentazioni. Tra le intercettazioni c’è una ragazza che dice: «Mi hanno dato 300 euro per un rapporto». Un’altra ha raccontato l’ingresso nel giro: «All’uscita di scuola la mia amica mi ha proposto di prostituirmi per guadagnare dei soldi. Poi ci portarono in un b&b poi iniziarono ad arrivare degli uomini. Se volevano prestazioni con entrambe ci davano 200 euro, se volevano una sola 100, le prestazioni duravano dieci minuti, quel giorno vennero due-tre clienti, ad alcuni forniva rapporti con la bocca ad altri completi».

20 mila euro a settimana

Un racconto confermato dall’amica: «Con lei facevo i soldi. Abbiamo avuto rapporti sessuali con un uomo di Lecce in albergo. Una volta con lui c’era anche un avvocato, presero una suite con una vasca enorme. Un’altra volta ci portò anche del fumo ma noi non lo prendemmo perché era di scarsa qualità. Poi ci diede una carta oro e ci disse che non potevamo prelevare più di 20mila euro a settimana».

Nella foto: tribunale di Bari (Ansa)

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