«Buffoni, Toti dimettiti». I cori in aula, la commozione di Anzalone (tra gli indagati). Il primo consiglio regionale in Liguria, dopo gli arresti, inizia nel caos

La protesta durante la seduta mentre le opposizioni chiedono le dimissioni del presidente di regione

La sveglia del consiglio regionale in Liguria, dopo l’inchiesta che ha travolto il governatore Giovanni Toti, oggi ai domiciliari, inizia quando prende parola il consigliere di Fratelli d’Italia Stefano Balleari. In aula alcuni cittadini dell’organizzazione “Genova che osa”, urlano «Buffoni» ed espongono dei cartelli in cui chiedono le dimissioni del presidente. Inizia così il primo Consiglio regionale della Liguria dopo l’ondata di arresti in regione. Il banco di Toti è vuoto. Presenti in aula i consiglieri della Lista Toti Stefano Anzalone e Domenico Cianci, entrambi indagati. Il presidente dell’assemblea Gianmarco Medusei ha iniziato i lavori prendendo atto della ‘sospensione’ dall’incarico del governatore e della ‘sostituzione ad interim’ da parte del vicepresidente Alessandro Piana.


La commozione di Alzalone

Una seduta, questa, che prosegue nella tensione. Anche quando interviene il totiano Anzalone, con la voce rotta. «Ho ricevuto un avviso di garanzia riguardante fatti relativi alla campagna elettorale regionale per azioni antecedenti e prossime alla data del 20 settembre 2020. Contrariamente ai processi in atto perpetrati da alcuni organi di informazione che, come già visto nel recente passato della nostra storia repubblicana emettono sentenze di condanna prima ancora che indagini e processi facciano il loro corso ponendo in atto una gogna mediatica, mi affido con assoluta e piena fiducia nel lavoro e nell’operato della magistratura», dichiara il consigliere. «Resto in attesa che l’autorità svolga tutti gli approfondimenti di verifica e gli accertamenti per la ricerca della verità, – continua Anzalone – do la mia completa disponibilità ad incontrare gli organi competenti e confido che possa emergere da subito la mia completa estraneità ai fatti contestati ripristinando la mia onorabilità. Concludo ringraziando la mia famiglia che non mi ha mai fatto mancare l’affetto, i colleghi e i tantissimi amici che in queste giornate mi hanno testimoniato la loro vicinanza».


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