Gli altri 3 abusi edilizi nella villa del figlio di Daniela Santanchè scoperti con il drone

La nuova ispezione dei vigili del comune di Pietrasanta. Il sopralluogo, il nuovo gazebo, i manufatti lignei. E l’ordine di demolizione in arrivo

Alla fine i vigili di Pietrasanta bussano davvero di nuovo alla porta di Lorenzo Massaro. Il figlio di Canio e di Daniela Santanchè è il proprietario della Casina Rossa, la villa che sorge nel parco protetto della Versiliana. Anche stavolta, come nelle occasioni in cui gli facevano visita per verificare la residenza, non l’hanno trovato in casa. Ma stavolta, ovvero il 3 maggio scorso, si portano dietro i droni. E li fanno volare sopra la residenza. E scoprono, scrive Il Fatto Quotidiano, altri tre presunti abusi edilizi, che si aggiungono a quelli già documentati. Ovvero verande e portici realizzati tra 2014 e 2017 e mai demoliti dopo dieci anni nonostante l’indagine della magistratura e gli ordini di demolizione del comune. Per questo la polizia locale alla fine ha notificato un altro procedimento il 7 maggio per nuove infrazioni successive al 2017.


Le nuove infrazioni

Quali? Un ampliamento della pavimentazione in legno, l’edificazione di un gazebo in ferro e vetro adibito a salotto aperto, due manufatti lignei con copertura a capanna e pianta rettangolare. Oltre a un’altra veranda chiusa che si vede nel prospetto Sud. Un sopralluogo svolto con i droni che ha consentito così al comune di Pietrasanta di notificare al figlio di Santanchè un nuovo procedimento d’infrazione. Anche questo finirà sul tavolo della procura di Lucca, competente territorialmente. Ora la proprietà potrà presentare una memoria difensiva entro 30 giorni. Il giudizio si concluderà entro 60. O viene esibito un titolo di conformità o il comune sarà costretto a convocare le ruspe. Anche perché l’immobile in questione «risulta censito al catasto in zona rurale all’interno del perimetro del Parco Territoriale della Versiliana (…) sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi del D.Lgs. 42/2004».


…E le vecchie ancora lì

Interamente «in area a vincolo idrogeologico» dal 1923. Intanto le vecchie infrazioni, quelle accertate dieci anni fa, sono rimaste lì senza alcuna demolizione. Per censirle gli agenti hanno usato il sistema Geoscopio della Regione Toscana. Così hanno rilevato i tre nuovi manufatti. Uno con pavimentazione non visibile nel 2019, un altro non visibile nel 2023, un altro ancora che nel 2021 aveva dimensioni inferiori a quelle attuali. Intanto però la giunta del sindaco Stefano Giovannetti sta concludendo il nuovo piano urbanistico con ampliamenti di volumetrie del patrimonio edilizio. Anche nelle zone boschive litoranee, attualmente vietate. Si potrà procedere ad ampliamenti una tantum pari al 20% della superficie esistente.

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