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Roma, il protocollo per contrastare stalking e violenza sulle donne: come funziona lo smartwatch che comunica con i Carabinieri

Il dispositivo dovrà essere indossato direttamente dalle vittime, anche solo potenziali, e si attiverà in caso di pericolo allertando i militari

Uno smartwatch per contrastare la violenza di genere: questo è il nucleo di un progetto pilota che oggi, 14 maggio, è stato presento in Procura, a Roma. «L’obiettivo non è solo contrastare ma anche prevenire. Già solo l’esistenza di un oggetto del genere può avere il ruolo di deterrente», ha spiegato il procuratore capo Francesco Lo Voi, che con il generale Marco Pecci, a capo del Comando dell’Arma, ha siglato un protocollo tecnico a riguardo. Il dispositivo dovrà essere indossato direttamente dalle vittime, anche solo potenziali, di stalking e violenza. È collegato direttamente alla centrale operativa del Comando Provinciale Carabinieri di Roma: i militari dell’arma riceveranno un segnale che può essere inviato tramite apposita app, ma anche schiacciando un pulsante sul lato.

Il funzionamento

La richiesta d’aiuto può anche attivarsi in automatico nel momento in cui lo smartwatch subisce dei colpi o vi sia un tentativo di strapparlo dal polso della persona che lo indossa. Una volta inviata, la vittima riceverà tre vibrazioni. E i carabinieri dovranno intervenire tempestivamente sul posto, aiutati dalla localizzazione fornita dal gps e dai riferimenti della persona a cui è stato dato in uso l’apparecchio. L’orologio verrà infatti assegnato dai militari, d’intesa con il magistrato che segue l’indagine dopo la presentazione della denuncia. Dovrà esserci un operatore disponibile 24 ore su 24, che è tenuto a intervenire anche se per troppo tempo l’orologio non registra movimenti.

La sperimentazione

La sperimentazione inizierà a giugno: ci sarà inizialmente un numero limitato di apparecchi. L’autonomia energetica dei dispositivi può arrivare anche a trenta ore, e sono resistenti all’acqua. «Questo strumento sposta l’attenzione del fenomeno e dei reati commessi dai soggetti imputati ai soggetti vittime o potenzialmente tali. Questo ha una valenza culturale non secondaria: è la vittima che diventa soggetto attivo. A differenza della situazione attuale in cui bisogna affidarsi solo alla disponibilità da parte degli indagati e/o imputati a rispettare le misure imposte loro dai giudici», ha spiegato Lo Voi.

I numeri

Nel corso dell’odierna conferenza stampa, il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, a capo del pool anti-violenze, ha anche fornito una panoramica sul fenomeno, rendendo noti alcuni numeri. Nel 2023 i procedimenti penali da codice rosso sono stati 3737, oltre 10 al giorno. E il trend sarebbe addirittura in crescita: «Quest’anno il dato si sta stabilizzando sui 4mila casi l’anno, in base alle proiezioni del primo trimestre», ha spiegato Cascini. Che ha concluso, in riferimento allo smartwatch: «Le potenzialità di questo strumento appaiono dunque enormi: bisogna essere più efficaci nella prevenzione». Il servizio “Mobile Angel” è un servizio avviato nella Capitale dalla collaborazione tra Arma dei Carabinieri e Soroptimist International club di Roma, Roma Tre e Roma Tiber, e finanziato dalla Fondazione Lottomatica. 

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