Tonino Lamborghini, parla la zia di Flavia Borzone: «Ricordo lo smeraldo che regalò alla mamma quando nacque mia nipote, perché non fa il test del dna?»
La zia di Flavia Borzone, la 36enne che ha chiesto in tribunale di essere riconosciuta come figlia del patron della casa automobilistica Tonino Lamborghini (mentre lui nega) ha parlato. E racconta di un dettaglio, risalente all’epoca in cui nacque la nipote. Un regalo dato alla sorella Rosalba. «Prima di tutto perché, all’epoca, non ha mai voluto sentir parlare di aborto. E poi perché, alla nascita della piccola, mica avrebbe regalato alla madre uno smeraldo? Quell’anello non era certo uno di quelli che si danno per caso, mi creda. Con tutti i brillanti attorno e la pietra verde. Ricordo ancora come se fosse oggi quando mia sorella me lo mostrò: era così bello che subito volli provarlo anch’io al dito», ha dichiarato Pompea facendo mettere a verbale dall’avvocato Gianmaria Romanello le sue parole, in occasione dell’ultima udienza. Il caso di paternità disconosciuta è ora al vaglio del tribunale di Bologna. «Io non ho paura – dichiara la donna al Corriere della Sera – sono una persona trasparente e chiara. All’avvocato ho detto tutta la verità che conosco a proposito della storia d’amore di mia sorella e Tonino Lamborghini: non ho paura. Nemmeno delle minacce più o meno velate che lui ha lanciato nella lettera che ha reso pubblica l’altro giorno, quella in cui dice che, a prescindere da come andranno i procedimenti in corso, Flavia non sarà mai sua figlia. E in cui bolla come false le dichiarazioni testimoniali, tra cui la mia, che l’avvocato ha messo all’attenzione del giudice. Ma come fa a pronunciare quelle parole? Con quale coscienza?».
Le due visite di Tonino Lamborghini
Rosalba ha detto al Corriere di aver visto Lamborghini in due occasioni: «La prima volta, subito dopo la nascita di Flavia. Quando accompagnai mia sorella a Milano: aveva un’audizione alla Scala e io le volevo dare una mano con la bambina piccola. Al ritorno, ci fermammo a Bologna. E qui, in stazione, venne a prenderci proprio lui: Tonino Lamborghini. Ricordo che ci ospitò nel suo appartamento, in pieno centro. E che si dimostrò felicissimo di vedere Rosalba e la piccola Flavia. Tant’è che subito si diede da fare per aiutarci, come avrebbe fatto qualsiasi altro uomo mosso da affetto e dal senso di paternità. Questo, a costo anche di sembrare un po’ goffo. Ricordo che si mise ai fornelli e a riscaldare qualcosa per noi al microonde. E poi anche il latte per Flavia». «Diciamo – precisa sui due – che erano molto discreti. E che io rispettavo questo loro modo di essere. Del resto, entrambi avevano altre relazioni. E io non volevo interferire. Certo, però: ricordo ancora che a Bologna, a un certo punto, presi in cura io la piccola Flavia. E loro ebbero un momento di privacy. Ma non mi è mai piaciuto essere invadente. Se mia sorella mi diceva qualcosa, bene: l’ascoltavo. Altrimenti, a me andava bene in ogni caso fare la zia».
La richiesta di trasferimento
Nel secondo incontro, fatto proprio a casa di Pompea, a Forlì ricorda le pressioni di lui affinché mamma e bimba lasciassero Napoli per esser più vicine. «Ci raggiunse perché sapeva che in quei giorni ospitavo mia sorella e la bambina. E in quell’occasione ricordo che si mise a scattare delle foto alla piccola in giardino. E poi ricordo una discussione: si parlava del futuro di Rosalba e Flavia. E Tonino insisteva affinché lasciassero Napoli per trasferirsi a Brisighella, un comune che sta a metà strada tra Forlì e Bologna. In questo modo, non sarebbero state tanto lontane. E si sarebbero avvicinate sia a me che a lui…», ha raccontato la donna.
«Perché non fa il test del Dna?»
Intanto Tonino Lamborghini nega. E afferma chela 36enne sta calpestando «la sua vera famiglia, fatta di affetti, di vita trascorsa insieme per decenni». La zia di lei replica: «Lui accusa Flavia di essere a caccia di agiatezza e notorietà. Intanto, anche fisicamente, Flavia somiglia molto ad Elettra. E poi: invece di spargere veleno e aggrapparsi agli specchi, se è vero che ha la coscienza tranquilla, perché non si sottopone di sua spontanea volontà al test del dna? Così questa storia finisce subito, con la massima chiarezza. Perché non lo fa?».