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Attentato a Robert Fico, chi è l’uomo che ha sparato al premier slovacco: «L’ho fatto perché non condivido le politiche del governo» – Il video

15 Maggio 2024 - 21:46 Massimo Ferraro
L'uomo preso in custodia dalla polizia sarebbe Juraj Cintula, un uomo di 71 anni ormai in pensione

Lotta tra la vita e la morte Robert Fico, il primo ministro della Slovacchia che nel pomeriggio di mercoledì 15 maggio è rimasto vittima di un attentato ad Handlova, vicino a Bratislava. Mentre si trovava all’esterno di un centro culturale comunale, un uomo dalla folla avrebbe attirato la sua attenzione prima di parargli contro 3 o 4 volte, finché polizia e addetti alla sicurezza non sono riusciti a immobilizzarlo. Secondo i media locali, il sospetto si chiama Juraj Cintula, un uomo di 71 anni ormai in pensione, scrittore ed ex vigilante, residente a Levice, circa 150 chilometri a est di Bratislava. L’uomo appare ora anche in un video dal commissariato dove è stato trasferito in manette dopo l’attentato. «L’ho fatto perché sono in disaccordo con le politiche del governo», avrebbe detto nelle immediatezze dell’interrogatorio.

Le poesie e l’incontro con i filo-russi

Il quotidiano online Aktuality.sk cita il figlio dell’uomo che avrebbe negato l’indiscrezione secondo la quale il padre sarebbe stato un paziente psichiatrico: «Non ho idea delle intenzioni di mio padre, dei suoi piani o del perché sia successo». Cintula ha lavorato per una agenzia di sicurezza privata, anche come autista, poi nel 2016 sarebbe stato vittima di una aggressione in un centro commerciale, dove un giovane in stato di alterazione lo ha colpito. Da allora avrebbe chiesto e ottenuto il porto d’armi e sarebbe il regolare detentore di una pistola, probabilmente la stessa con cui avrebbe sparato. Il 71enne è anche uno scrittore e avrebbe pubblicato diverse raccolte di poesie. Come ricostruisce la testata Dennik N, era membro del Club letterario di sinistra Dúha, che di solito si riunisce nella biblioteca Tekovská e dal 2015 era iscritto all’Associazione degli scrittori slovacchi, che ha già annunciato che verrà espulso. Nel 2016 Cintula aveva partecipato a un incontro con Slovenský branci, i coscritti slovacchi, una organizzazione paramilitare filo-russa scioltasi nel 2022. Nel post condiviso dalla organizzazione, che documenta quella giornata, lo scrittore si diceva colpito dalla loro «capacità di agire senza l’ordine dello Stato», il loro «entusiasmo disinteressato», lo zelo nella preparazione. «Perché lo stanno facendo?», prosegue il testo “firmato” da Cintula, «centinaia di migliaia di migranti stanno arrivando in Europa, di cui facciamo parte permanente. I coscritti slovacchi non si preparano alla battaglia, ma alla difesa. Quando qualcuno ti dice che si stanno preparando alla guerra, non credergli. Il loro compito primario è proteggere gli abitanti, il paese, la tradizione, la cultura: sono patrioti». Poco dopo quell’incontro, sottolinea la testata, Cintula fondò anche un partito, lo Hnutie proti nasiliu ossia Movimento contro la violenza.

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