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La teoria di Medvedev dietro l’attentato a Fico: «Colpito perché non odia la Russia: ora altri come lui in Europa rischiano»

16 Maggio 2024 - 11:48 Redazione
Robert Fico con Dmitry Medvedev
Robert Fico con Dmitry Medvedev
L'analisi del consigliere di Vladimir Putin sull'attentato al premier slovacco, «diventato un bersaglio» per le sue posizioni non ostili con Mosca

Dietro l’attentato contro il premier slovacco Robert Fico ci sarebbero le sue posizioni «ragionevoli nei confronti della Russia». È la teoria di Dmitry Medvedev, secondo cui non ci si dovrebbe meravigliare se «per la prima volta dopo decenni è stato tentato in Europa di assassinare un politico» non ostile a Mosca. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo sostiene che Fico non vada considerato un «filo russo, solo un pragmatico e non russofobo». Il rapporto tra Fico e Medvedev sarebbe iniziato almeno dal 2008, quando il politico russo aveva preso il posto di Vladimir Putin a capo del Cremlino. Secondo Medvedev, il premier slovacco «incarna quella parte di establishment europeo che non ha perso il contatto con la realtà e non vuole che i suoi cittadini si trasformino in grigia genere radioattiva».

Per le sue posizioni contrarie al sostegno militare dell’Ucraina, Fico sarebbe quindi «diventato un bersaglio», scrive Medvedev nel suo canale Telegram. Come lui «ci sono solo poche persone in Europa», continua il politico russo che mette in guardia altri che condividono la stessa posizione di Fico sul conflitto russo-ucraino. «Devono prendersi cura della loro sicurezza». A differenza invece dei principali leader europei, citati alla fine del post, come «Macron, Sunak, Scholz e von der Leyen» che non avrebbero niente da temere, perché le vere vittime sarebbero quelle che finora non hanno rotto i ponti con la Russia.

A proposito dell’attentatore, Medvedev sostiene che il pensionato 71enne Juraj Cintula non sarebbe altro che un «feroce emarginato dell’intellighenzia. Una sorta di Gavrilo Princip alla rovescia», lo studente bosniaco che assassinò l’arciduca Francesco Ferdinando e la moglie Sofia duchessa di Hohenberg a Sarajevo il 28 giugno 1914. Cintula avrebbe confessato di aver tentato di uccidere Fico perché non condivideva le politiche del suo governo. «Fico non gli piaceva – continua Medvedev – ha scritto ogni sorta di sciocchezza», ma l’attentato avrebbe un valore politico ben più profondo secondo il politico russo: «Le sue azioni sono la quintessenza della nuova Europa: idiota-russofobica, vassalla sfrenata e completamente senza testa. Non si vogliono capire le cose basilari – aggiunge Medvedev – L’Europa è pronta a gettare i suoi cittadini nella fornace dell’egoistica politica americana. Un’Europa di vili degenerati, ignoranti della propria storia».

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