Il rischio per i bambini di dipendenza dai social e salute mentale: cosa dice l’indagine Ue su Facebook e Instagram
La Commissione europea ha avviato un’indagine nei confronti di Meta – l’azienda statunitense guidata da Mark Zuckeberg che controlla Facebook, Instagram, Whatsapp e non solo – per la possibile violazione delle norme Ue sulla tutela dei minori. Il sospetto è che gli algoritmi di Facebook e Instagram, si legge nella comunicazione diffusa dall’esecutivo di Bruxelles, «possano stimolare dipendenze comportamentali nei bambini», ma anche creare effetti di isolamento e depressione. Sotto la lente della Commissione europea ci sono anche i metodi di verifica dell’età messi in atto dalle diverse piattaforme. «Non siamo convinti che Meta abbia fatto abbastanza per rispettare gli obblighi del Digital Services Act per mitigare i rischi di effetti negativi sulla salute fisica e mentale dei giovani europei sulle sue piattaforme Facebook e Instagram», ha rimarcato Thierry Breton, il commissario Ue per il Mercato interno.
Le nuove regole Ue
Le norme europee che Meta potrebbe aver violato sono quelle del Digital Services Act, il pacchetto di regole entrato in vigore nel 2023 e che introduce nuovi obblighi di legge per le Big Tech. Lo scorso novembre, il gruppo guidato da Zuckerberg era già stato messo in guardia da Bruxelles sulle possibili violazioni delle norme a tutela di minori. Le risposte fornite da Meta alle richieste formali della Commissione europea non sono state giudicate esaustive. Da qui, dunque, la decisione di aprire un’indagine approfondita. L’istruttoria, fa sapere l’esecutivo Ue, sarà condotta in linea prioritaria e consentirà alla Commissione europea di continuare ad accumulare prove e fare pressioni affinché Meta «migliori la sua azione di tutela degli adolescenti». Durante le indagini, inoltre, il dipartimento che fa capo al commissario Breton avrà il potere di adottare misure provvisorie.
Le infrazioni contestate a Meta
L’indagine Ue avviata nei confronti di Meta riguarda, nel dettaglio, il rispetto da parte dell’azienda degli obblighi in materia di valutazione e mitigazione dei rischi nella progettazione delle interfacce di Facebook e Instagram. Secondo Bruxelles, il modo in cui sono stati progettati i due social permette di «sfruttare le debolezze e l’inesperienza dei minori e causare comportamenti di dipendenza», con tutto ciò che ne consegue per la salute mentale degli utenti più giovani. La Commissione europea, inoltre, valuterà la conformità della società di Menlo Park ai requisiti necessari a impedire l’accesso di bambini e adolescenti a contenuti inappropriati. Il sospetto è che gli strumenti di verifica dell’età attualmente in vigore non siano sufficientemente «ragionevoli, proporzionati ed efficaci».
La replica dell’azienda
A commentare l’apertura dell’indagine da parte della Commissione europea è la stessa Meta, che tramite un portavoce replica così: «Vogliamo che gli adolescenti abbiano esperienze online sicure e adatte alla loro età. Per questo nell’ultimo decennio abbiamo sviluppato oltre 50 strumenti e policy pensate proprio per proteggerli. Questa è una sfida che tutto il settore si trova ad affrontare e siamo pronti a condividere maggiori dettagli sul nostro lavoro con la Commissione Europea».
Il precedente di TikTok
Per chi viola le norme, il Digital Services Act prevede multe fino al 6% del fatturato annuo globale delle società. In caso di recidiva, scatta il divieto di operare in Europa. Il 22 aprile scorso, la Commissione europea ha aperto un’indagine nei confronti su TikTok, mossa dagli stessi timori relativi alla tutela degli adolescenti. In quel caso, l’azione di Bruxelles ha convinto il social cinese a sospendere dopo pochi giorni il suo programma a premi sulla app Lite in Francia e in Spagna.
Foto di copertina: Dreamstime/Rafael Henrique
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