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L’ex coreografo di Amici e gli abusi sessuali nella danza: «Gli insegnanti entravano nelle docce nudi con noi allievi»

16 Maggio 2024 - 07:12 Alba Romano
giuliano peparini
giuliano peparini
Giuliano Peparini: i ragazzi vanno aiutati e tutelati

Giuliano Peparini è un coreografo di danza che ha lavorato nel talent show Amici di Maria De Filippi. Nella sua Peparini Academy ha deciso di porre al primo posto la sicurezza degli allievi. Perché il suo settore ha un lato oscuro: «Nessuno ne parla mai, ma gli abusi sono sempre esistiti nel nostro ambiente. Lo dico perché l’ho provato sulla mia pelle. Quando ero giovane, per esempio, alcuni insegnanti volevano discutere della lezione o del mio percorso mentre loro si facevano la doccia, completamente nudi. Io mi sentivo a disagio, intuivo che fosse una richiesta strana ma non ero l’unico a ricevere questo genere di “inviti”. Paradossalmente era la normalità. Infatti non ne parlai mai in famiglia», dice oggi in un’intervista a La Stampa.

L’esibizionismo

Ma Peparini racconta che c’è anche chi è andato oltre l’esibizionismo: «Succedeva che ti venivano chieste delle cose che normali, in realtà, non erano. Nel mio caso ci sono state delle situazioni dove si è sfiorato l’abuso fisico ma, anche lì, non ho mai detto nulla. Solo con il senno del poi ho realizzato che erano situazioni sbagliate». La normalità percepita deve essere combattuta: «Esatto. I ragazzi vanno aiutati e tutelati: può accadere di subire la fascinazione di alcuni adulti. Diventano un modello, li ammiri, ma stimare il lavoro di una persona non vuol dire per forza esserne attratti sentimentalmente. È arrivato quindi il momento di rompere questo tabù, di aprire gli occhi ai ragazzi, spiegando che possono dire di no. La chiave è l’educazione».

L’Academy

E si comincia da subito: «Nella mia Academy ho previsto degli spazi esclusivi per i bambini, con spogliatoi distinti da quelli degli adulti. Il personale è inoltre altamente qualificato e selezionato». E per quanto riguarda il problema dei disturbi alimentari? «È un’altra grossa piaga del nostro ambiente. Di nuovo, però, la chiave è stare vicino ai ragazzi, indirizzarli e aiutarli. Per questo vorrei offrire un servizio psicologico gratuito per i miei allievi. Mi farei carico io della spesa». Ma ci sono anche «i pregiudizi verso gli uomini che ballano. Da ragazzo mi ripetevo: un giorno non sarà più così. Invece purtroppo mi sbagliavo. Giusto poco tempo fa, dei fratelli accompagnavano le sorelle e appena ho proposto a uno di loro di sostenere l’audizione, il padre è intervenuto sottolineando che “lui fa calcio”».

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