Ilaria Salis ai domiciliari, l’appello del padre ai giornalisti: «Non venite fuori dal carcere, temiamo per la sua sicurezza»
Non appena le autorità ungheresi forniranno le istruzioni per il pagamento e riceveranno l’intero importo della cauzione fissata dal giudice, Ilaria Salis potrà uscire dal carcere di Gyorskocsi Utca, dopo 10 mesi di detenzione preventiva, e proseguire la misura cautelare ai domiciliari a Budapest con braccialetto elettronico. Il cambio di strategia della famiglia Salis era avvenuto a febbraio, sull’onda dell’eco mediatica: fino ad allora infatti, aveva ammesso il padre, l’ipotesi non era mai stata considerata perché avrebbe significato per lui e la moglie trovare un appartamento e prendere residenza nella capitale ungherese «con il rischio di andare a fare spesa e incontrare i nazisti con le spranghe che ci aspettavano all’uscio di casa. Non ci sembrava una grande idea». Poi il giudice le aveva negato i domiciliari a fine marzo e ora è stato invece accolto il ricorso dei legali della 39enne. «Mi auguro che, attraverso i servizi segreti e le reti diplomatiche, possano garantire che la richiesta degli arresti domiciliari in Ungheria sia esente da qualsiasi rischio e pericolo», furono le parole di Roberto Salis per spiegare perché avessero cambiato idea. I timori per la sicurezza della figlia, accusata di aver aggredito degli estremisti di destra e per questo arrestata in attesa del processo, rimangono gli stesi per la famiglia. «Chiediamo a tutti i giornalisti di non presentarsi davanti al carcere dove è detenuta Ilaria perché ci sono forti timori per la sua sicurezza e quindi, quando uscirà, andrà nel suo domicilio in modo riservato», ha detto all’Ansa, «chiediamo a giornalisti che sono stati sempre sensibili e comprensivi di capire la situazione e di garantire la sicurezza a Ilaria e alle persone che sono a lei vicine».