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La lite con Vaciago, l’esonero, il licenziamento per giusta causa: Max Allegri e il lungo addio alla Juventus

massimiliano allegri lite vaciago esonero licenziamento
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Per chiudere con il tecnico ballano 20 milioni di euro. Il suo successore sarà Thiago Motta. L'#allegriout dei tifosi e la tentazione dell'Arabia

Massimiliano Allegri non sarà l’allenatore della Juventus nella prossima stagione. E rischia di non finire nemmeno questa. La sfuriata nei confronti del direttore sportivo Cristiano Giuntoli dopo la vittoria nella finale di Coppa Italia sta portando il club a riflettere sul licenziamento per giusta causa. O a fare pressione sull’allenatore, visto che il suo contratto prevedeva un altro anno di ingaggio e i costi comprensivi di staff ammonterebbero a 18-20 milioni. Al suo posto è pronto Thiago Motta. Intanto lui si sfoga in un retroscena: «Per fortuna tra poco sarà tutto finito. È stato un miracolo concludere la stagione così. Io delegittimato con i giocatori, meritavo più chiarezza. Quest’anno sono stato io il parafulmine. Vediamo chi lo sarà il prossimo».

L’esonero e la guida a Montero

Secondo la Gazzetta dello Sport la decisione sull’esonero di Allegri potrebbe arrivare già oggi. Ovvero prima della partita con il Bologna, per la quale in panchina andrebbe l’allenatore dell’under 19 Pablo Montero. Il tecnico potrebbe aver violato il Codice di comportamento dei dipendenti dei bianconeri. Se ci fossero gli estremi per la giusta causa la Juventus risparmierebbe i 7 milioni netti del suo stipendio e dovrebbe regolare i conti soltanto con il suo staff.

Al centro della contestazione la lite con Giuntoli e quella, smentita, con il direttore di Tuttosport Guido Vaciago. «Direttore di m…! Scrivi la verità sul tuo giornale, non quello che ti dice la società! Smettila di fare le marchette con la società», avrebbe detto Allegri. E ancora: «Strattonandomi, spintonandomi e con il dito sotto il mio naso ha gridato: “Guarda che so dove venire a prenderti. So dove aspettarti. Vengo e ti strappo tutte e due le orecchie. Vengo e ti picchio sul muso”».

La lite con Vaciago

Allegri in una nota all’Ansa ha smentito la ricostruzione, parlando di una lite dovuta alla concitazione del momento, durante la quale entrambi hanno alzato la voce. Vaciago ha controreplicato subito dopo: «Non si è trattato di un alterco, ma di un monologo di Massimiliano Allegri che mi ha chiamato mentre ero a circa venti metri di distanza, e facevo una telefonata privata: si è, quindi, rivolto a me con la frase: ‘Metti giù il telefono, direttore di merda’. Ha proseguito con tutte le frasi riportate nella mia ricostruzione, compresa la minaccia di venirmi “a prendere” e di “staccarmi le orecchie”. Mi ha preso con forza il polso destro, strattonandolo più volte. Ho testimoni».

Fra cui «il dirigente responsabile Broadcast della Lega Serie A, Manuele Tigani, che più di ogni altro si è prodigato per fermare Allegri; Gabriella Ravizzotti dell’Ufficio Stampa Juventus; almeno due steward dell’Olimpico; un rappresentate delle forze dell’ordine e tre giornalisti. Io ho semplicemente detto con tono di voce normalissimo: ‘Stai calmo Max’ e per due volte: ‘Stai attento, che quello che dici è grave’. Ribadisco che questa mattina il fatto per me riguardava il passato, mi auguro di non dover più tornare sull’accaduto».

Il licenziamento per giusta causa

In un retroscena il Corriere dice che i problemi del mister sono nati dopo la rivoluzione societaria di John Elkann in seguito all’addio di Andrea Agnelli. Più precisamente, Allegri avrebbe voluto voce in capitolo nella scelta del nuovo direttore sportivo. Invece nulla. Poi ci sono le mosse di Giuntoli, che già a gennaio ha incontrato Thiago Motta per parlare della nuova stagione con l’allenatore del Bologna. E una violenta e chiassosa discussione con il dirigente Francesco Calvo. Tra l’altro mercoledì sera Allegri si è anche scagliato contro una procuratrice federale e ha scalciato le luci di un photoshooting dell’agenzia di stampa LaPresse, danneggiandole irrimediabilmente.

Max d’Arabia

C’è però il problema dei soldi. Ovvero dei 7 netti del suo ingaggio più quelli del suo staff. Ballano in totale una ventina di milioni. Che la Juventus non vorrebbe pagare. Ecco perché l’arma del licenziamento per giusta causa potrebbe essere utilizzata proprio per ricevere uno sconto nella trattativa per l’esonero. Anche perché i bianconeri potrebbero anche sperare nella possibilità che Max faccia il grande salto. Andandosene ad allenare in Arabia, dove era stato già richiesto. Così facendo non percepirebbe più lo stipendio dalla Juventus. In panchina con il Bologna, oltre a Montero, potrebbe finirci anche il suo collaboratore tecnico Francesco Magnanelli (il suo secondo Landucci è escluso). L’ultimo esonero della Juventus risale al 2010: all’epoca Alberto Zaccheroni prese il posto di Ciro Ferrara. L’anno prima Ferrara aveva sostituito Claudio Ranieri.

#Allegriout

In una stagione difficile il mister ha dovuto affrontare anche i mugugni della maggioranza dei tifosi. E quel ricorrente #Allegriout che il tecnico forse si è sempre fatto scivolare addosso. O forse no. Aveva detto – poco più di un anno fa – di sentirsi un «privilegiato: rimanere alla Juve per 7 anni è per poche persone». Erano gli sgoccioli dell’anno orribile per il club più scudettato d’Italia, finito con un posticino nella Conferenze League che sarebbe poi stato tolto dalle sanzioni Uefa.

Allegri era tornato nell’estate del 2021, al terzo ribaltone consecutivo sulla panchina della Juve che aveva provato a cambiare strada prima con Maurizio Sarri e poi con Andrea Pirlo. Ma per vincere un trofeo ha dovuto aspettare la fine del terzo anno, la Coppa Italia di ieri nella burrascosa (per lui) serata romana. Un successo che paradossalmente ha scatenato la rabbia del tecnico dopo un girone di ritorno in campionato quasi disastroso dopo avere cullato nella prima parte della stagione il sogno dello scudetto.

Foto copertina: Juventus.com

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