«Camila Giorgi si è portata via mobili e tappeti dalla villa dove abitava. E mi deve ancora 6 mesi di affitto»
Non solo fisco. Dietro la “scomparsa” di Camila Giorgi, oltre a multe e conti al ristorante non pagati, c’è anche una villa. Più precisamente, quella che si trova nel comune di Calenzano in provincia di Firenze. Che la accusa non solo di non aver pagato gli ultimi sei mesi dell’affitto, ma anche di aver portato via dalla casa mobili e tappeti. Per un danno complessivo tra i 50 e i 100 mila euro, dice lui oggi in un’intervista all’edizione fiorentina di Repubblica. Il padre allenatore Sergio, intestatario del contratto, però non ci sta: «Gli ho scritto che devono almeno restituirci le nostre cose, lui ha risposto in modo sprezzante dicendo che si trattava di oggetti di poco valore. Un comportamento odioso, per chi come me ha avuto un danno economico ma anche affettivo».
La gru e i furgoni, i mobili e i tappeti
Quando Camila ha traslocato dalla villa sono arrivati gru e furgoni: «È stato uno shock. Quando sono arrivato non c’era già più nessuno e la casa era mezza vuota, come se fosse stata razziata. Ma c’è di peggio, in giardino c’erano altri mobili e tappeti accatastati l’uno sull’altro, esposti al vento e alla pioggia. Probabilmente avevano già riempito i container e non sapevano dove metterli». E chiude così: «Sono scoraggiato, probabilmente sono andati all’estero e non li rivedremo mai, non voglio sprecare altro tempo e risorse. Certo è proprio una beffa, pensavamo di essere tranquilli ad aver affittato la casa a una persona conosciuta, a una atleta di spessore internazionale. Ma peggio di così non poteva andare».
Gli altri guai di Camila
Secondo l’Agenzia delle Entrate Camila Giorgi non ha mai presentato la dichiarazione dei redditi. Secondo i suoi legali è scomparsa a causa di dissapori con la famiglia. Il padre Sergio ha anche aggredito un giornalista che gli aveva parlato dei loro debiti negli Stati Uniti. Lei ha subito un pignoramento di 464 mila euro presso la Federtennis. Si è ritirata dall’attività agonistica il 7 maggio scorso. Nel frattempo la procura ha chiesto il rinvio a giudizio in una storia di false vaccinazioni.
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