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«Così il Pd mi ha licenziata e ora non mi paga lo stipendio e il Tfr»

18 Maggio 2024 - 06:48 Redazione
jlenia sardano pd cosenza licenziamento stipendio tfr
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Jlenia Sardano è madre di una bambina. Ha scritto alla segretaria Schlein, che non le ha risposto

Jlenia Sardano è stata licenziata dalla federazione provinciale del Partito Democratico di Cosenza. La donna, che è anche madre di un bambino di due anni, ha lavorato quindici anni per il Pd. Prima in nero e poi assunta a tempo indeterminato come segretaria amministrativa dal 2015 a dicembre 2022. E non ha percepito alcuni stipendi e il Trattamento di Fine Rapporto per 14 mila euro totali. La Verità racconta che Sardano ha scritto alla segretaria Dem Elly Schlein: «Quando la vedo in televisione, resto sempre basita. Non avrei mai immaginato: il partito dei lavoratori che lascia sola una madre, con una bambina piccola. Aspetto quei soldi da due anni. Come si possono ignorare i diritti di una persona che ha persino dedicato la vita al Pd?».

La storia di Jlenia

Il 31 dicembre 2022 Sardano, 44 anni, riceve la lettera di licenziamento. Ovvero la Risoluzione del rapporto di lavoro per riduzione del personale. Lei a quel punto chiede e ottiene la Naspi: 699 euro al mese prima, 597 poi. Il 30 marzo 2023 il suo avvocato Marco Oliverio, trovatole dalla Cgil, ottiene un’ingiunzione del tribunale: il Pd deve darle circa 12 mila euro, visto che nel frattempo ne ha ricevuti 2.500. Jlenia manda una lettera alla segretaria chiedendole «di intervenire in prima persona per sistemare quanto prima questa incresciosa situazione». La donna scrive: «In occasione del primo maggio, nelle sue dichiarazioni sulla stampa, ho letto tanta voglia di difendere i lavoratori e lottare contro il precariato. Tante belle parole che però poi si scontrano con la realtà dei fatti».

Il pignoramento

il 2 febbraio 2024 il Tribunale di Cosenza respinge il ricorso del Pd. E lo condanna nuovamente a pagare i 14 mila euro. Intanto sono passati più di tre mesi ma nulla è successo. L’avvocato Oliverio spiega che «siamo stati costretti persino al pignoramento della tesoreria presso terzi. L’ho notificato a tutti: gruppo regionale, Camera, Senato, Nazareno. Devono farsene carico, anche per una questione umana. Diciamo di voler tutelare chi ha un lavoro. Poi lasciamo per strada una dei nostri, non paghiamo quanto le spetta e facciamo perfino opposizione».

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