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Pisa, studenti pro-Gaza impediscono l’intervento di Bernini. La ministra: «Minoranze rumorose incapaci di ascoltare»

18 Maggio 2024 - 17:39 Redazione
Una cinquantina di giovani con tamburi e bandiere della Palestina ha occupato il bar dov'era attesa la ministra, facendo saltare l'iniziativa di Forza Italia

Un gruppo di decine di giovani pro-Palestina ha fatto irruzione oggi pomeriggio in un bar di Pisa dove si sarebbe dovuta svolgere un’iniziativa elettorale di Forza Italia con la partecipazione della ministra dell’Università Anna Maria Bernini. Gli Studenti per la Palestina – questo il nome del gruppo che ha organizzato la protesta – contestano alla ministra e al governo Meloni l’indisponibilità ad accogliere le richieste del movimento che da mesi infiamma le università del Paese: tagliare i ponti con gli atenei di Israele, accusati di complicità nel «genocidio» di Gaza. Proprio a Pisa nei mesi scorsi la temperatura dello scontro tra studenti e autorità sul tema ha raggiunto l’apice, con le manganellate della polizia ai ragazzi in corteo a due passi dall’università il 23 febbraio scorso. In questi giorni, quasi tre mesi dopo, anche nei giardini dell’ateneo di Pisa gli studenti dei collettivi pro-Gaza hanno piantato le tende. E oggi una cinquantina di loro si sono presentati invece in Borgo Stretto, con megafoni, tamburi e bandiere della Palestina, per «occupare» simbolicamente il bar dove sarebbe dovuta arrivare di lì a poco Bernini. Il gruppo ha ingannato l’attesa intonando slogan contro la ministra e contro Israele e per rinnovare la richiesta di stop a ogni collaborazione tra le università italiane e israeliane. È stata anche strappata una bandiera di Forza Italia appesa all’ingresso del locale.

La disillusione della ministra: «Io dialogherei, ma con chi?»

Arrivata presso il bar, la ministra Bernini si è fermata per qualche minuto per capire cosa stesse succedendo, protetta da un cordone di polizia e carabinieri. I militanti e simpatizzanti di Forza Italia che avrebbero dovuto incontrarla a quel punto però si erano già allontanati, vista l’aria. Dopo aver ascoltato gli slogan urlati dagli studenti, la ministra s’è fermata a parlare con i cronisti insieme ad alcuni dirigenti locali del partito. «Dal 7 ottobre il governo ha scelto di garantire a tutti la libertà di espressione, senza rafforzare oltre misura i presìdi di sicurezza, eppure questa nostra disponibilità al dialogo non è colta da alcune minoranze rumorose che anche oggi a Pisa ci hanno impedito di parlare e di svolgere il nostro incontro programmato con i militanti», ha lamentato la dirigente forzista. «Noi garantiamo a tutti la libertà di manifestare e abbiamo il dovere di ascoltare le loro richieste, anche se non ho capito bene che tipo di dialogo questi ragazzi volessero instaurare visto che non sono disposti ad ascoltare le ragioni degli altri», ha ribadito. Nel merito, ossia sul nodo dei legami scientifici e tecnologici tra Italia e Israele, la valutazione di Bernini e del governo non cambia, comunque: «Io penso, e l’ho ripetuto molte volte in questi mesi, che le università debbano essere un luogo di inclusione e non di boicottaggio, perché un conto è il giudizio sul governo di Israele e un altro è colpire la popolazione israeliana e le sue università», ha sottolineato Bernini, ricordando che gli atenei italiani «hanno da tempo iniziative di cooperazione con l’università di Teheran e mi chiedo che cosa facciano di più e di meglio la polizia morale e i Guardiani della rivoluzione rispetto a ciò che sta accadendo a Gaza».

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