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Franco Di Mare, il ricordo della moglie Giulia e della figlia Stella: «Con lui abbiamo sorriso fino alla fine»

19 Maggio 2024 - 11:48 Redazione
franco di mare morto rai malattia
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Il racconto della famiglia al Corriere. E quella frase detta alla compagna: «Convinto che dormissi, mi ha sussurrato all’orecchio quanto mi amasse e quanto fossi importante per lui»

Giulia Berdini, 33 anni, è la moglie e già la vedova di Franco Di Mare. Si è sposata con il 15 maggio nella loro casa romana sulla Cassi, prima che il giornalista Rai morisse dopo una lunga lotta contro un mesotelioma. Al Corriere della Sera ricorda come lo ha conosciuto a Saxa Rubra. Lui giornalista, lei addetta alla ristorazione. «Dopo aver scambiato un paio di battute, sempre dandomi del lei, Franco, da buon napoletano, mi ha invitato a mangiare una pizza. Ci siamo andati dieci giorni dopo. Ed è stato un colpo di fulmine che mai mi sarei aspettato. Come mai avrei pensato di innamorarmi di un uomo che al primo appuntamento mi declama Il Lonfo di Fosco Maraini. Quando raccontava qualcosa, Franco aveva un potere magnetico, folgorante. Da allora ogni giorno mi ha insegnato qualcosa. Soprattutto ad ascoltare gli altri. E a moderare l’irruenza a favore dell’attenzione al mondo che mi circonda. Io spero di aver
portato gioia nella sua vita e averlo sostenuto quando ne ha avuto bisogno», racconta la donna. E ha un ricordo Giulia, che tiene stretto a sé. «Convinto che dormissi, mi ha sussurrato all’orecchio quanto
mi amasse e quanto fossi importante per lui».

Il ricordo della figlia Stella

E poi lo ricorda anche Stella Di Mare, sua figlia, adottata da Sarajevo. «Papà fino all’ultimo ha affrontato la vita e le sue difficoltà con ironia. Ci ha fatto sorridere anche la sera prima di andare via», spiega al Corriere della Sera. Trentenne, oggi consulente finanziario racconta: «Cosa mi ha insegnato? A prendere le decisioni con la testa ma anche con il cuore». E ancora: «Avevo cinque anni, era sera, a casa dei nonni. Ero in pigiama pronta per andare a dormire. Si presentò a sorpresa. Mi fece vestire e mi portò al cinema a vedere Il Gobbo di Notre-Dame. L’ultimo spettacolo. In sala eravamo soltanto io e lui». «Papà – ricorda – sapeva mettere a proprio agio chiunque: per lui esistevano solo le persone, con la loro unicità e la propria ricchezza».

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