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Le perle di Salmo e Noyz Narcos, Simba La Rue versione medie. Cafonata Rovazzi – Le nostre recensioni delle uscite della settimana

19 Maggio 2024 - 19:01 Gabriele Fazio

Sethu – Tutti i colori del buio

Un disco veramente molto valido, autentico, sincero, che elimina tutte le barriere tra chi lo ha composto – Sethu con il fratello gemello Jiz – e chi lo ascolta. La musica dunque diventa solo un filtro per raccontare un disagio reale, il lato oscuro della medaglia, ciò che al contrario oggi si nasconde, si maschera, si omette, rendendoci raffinati autori della nostra stessa bugia. In Tutti i colori del buio invece hai la sensazione che la porta sia aperta, talmente aperta da riuscire a trovare un tetto anche per i tuoi di problemi, un non luogo di libertà, dove poter respirare a pieni polmoni ciò che non va, scrollandosi via di dosso quell’oscena falsa vitalità. Nel disco ovviamente Sethu scrive dei suoi problemi, dell’oscurità perversa del mondo della musica che ti mette alle strette con i suoi dati, che ti appende come un salame ai numeri, come se il consenso sia sinonimo non solo di qualità ma proprio di vita. Ma la musica non è così e il consenso, in linea generale, nella musica come in quasi tutti gli altri campi, finisce sempre nelle mani dei peggiori certificandone la pochezza intellettuale. Sethu a tutto ciò risponde con delle canzoni che, nonostante il grigiore, pulsano vita come poche cose abbiamo ascoltato negli ultimi anni. Non solo perché spesso il sound, che arriva a sfiorare anche il pop punk, non ha nulla di malinconico e straziante (non è proprio quello il mood), ma perché ti rendi conto che la vita vera è fatta anche di lati oscuri, di sofferente resistenza a certe storture, anche se la tv, i social, perfino le strade ormai, provano a raccontarci l’opposto. I brani di questo album sono tutti validi, da I ragazzi perduti a Ossa rotte, da Troppo stanchi a Problemi, ma forse riconosciamo in Sottopressione (non mi avranno mai) il vero manifesto del disco, una confessione vomitata con una lucidità sconcertante, un modo di raccontarsi talmente intimo da farti scattare l’imbarazzo del voyeur beccato in flagrante. Bravo davvero.