Le perle di Salmo e Noyz Narcos, Simba La Rue versione medie. Cafonata Rovazzi – Le nostre recensioni delle uscite della settimana

Ultimo – Altrove

Se il disco cominciasse dalla fine, dall’ultima traccia, Diluvio universale, composta assieme al grandissimo Mezzosangue, forse Ultimo a sto giro ci avrebbe lasciati a bocca aperta. Invece Diluvio universale arriva alla fine, quando siamo già stremati da altri sette brani durati nel nostro personalissimo orologio biologico qualcosa come sette secoli. Sette secoli infestati dall’incubo di questa voce ficcante e sempre uguale a se stessa, priva di carattere e colori, questa rigidissima struttura nei pezzi, buona per farli funzionare (infatti funzionano) ma che crea nell’aria circostante una cappa di noia assoluta, ancestrale, impenetrabile, soffocante. Ascoltare Altrove per qualcuno, moltissimi – ricordiamoci che da anni questo ragazzo riempie stadi su stadi e questo è da rispettare e da considerare – rappresenterà una gioia infinita. Beati loro. Per noi è stata una tortura cinese, un logorio per l’anima. Ci ha costretti in ginocchio implorando divinità mesozoiche affinché tutto finisse presto. Ma non è finito presto, Altrove dilata il tempo come un film di fantascienza e hai l’impressione non finisca mai, che non esista un mondo oltre questo disco, che non abbraccerai mai più i tuoi cari, che sarai incatenato a questo liricismo da liceo per tutta la vita. Tranquilli, a una certa però finisce, che poi è la cosa migliore dell’album.