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Malore per Guido Crosetto, lascia in anticipo il Consiglio supremo di difesa: il ricovero in ospedale per accertamenti

21 Maggio 2024 - 21:20 Massimo Ferraro
Il ministro della Difesa era stato ricoverato a febbraio «con forti dolori al petto»: la diagnosi fu di pericardite e fu dimesso in un paio di giorni

Guido Crosetto è stato ricoverato all’ospedale San Carlo Nancy di Roma dopo aver accusato un malore durante il Consiglio supremo di difesa. Il ministro della Difesa ha dovuto lasciare in anticipo la riunione al Quirinale ed essere trasferito in ospedale a bordo di una ambulanza privata. Una decisione che ha preso dopo un consulto con il medico. Già lo scorso febbraio il ministro era stato ricoverato d’urgenza, sempre al San Carlo di Nancy, con forti dolori al petto. Era stato lo stesso Crosetto a recarsi al pronto soccorso della struttura romana per il malore. In quel caso gli accertamenti avevano «evidenziato una lieve pericardite e l’assenza di danni cardiaci» e due giorni dopo era stato dimesso. Secondo le fonti politiche citate da Adnkronos, questa volta il ministro ha avuto un leggero malessere durante l’incontro e ha deciso di sottoporsi a ulteriori accertamenti in ospedale. Tra i primi a reagire alla notizia, il senatore Carlo Calenda: «Esprimo vicinanza al ministro Crosetto con l’augurio di una pronta ripresa a nome mio e di tutta Azione». Tanti i messaggi di affetto e solidarietà ricevuto in queste ore, sia dagli alleati di governo che dalla opposizione. In serata, anche gli auguri di pronta guarigione della premier: «Forza Guido». Già in passato il ministro della Difesa aveva avuto qualche problema cardiaco, con un precedente ricovero nel 2013.

La riunione del Consiglio

Al Consiglio supremo di difesa, presieduto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, hanno partecipato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, quello dell’Interno, Matteo Piantedosi, quello dell’Economia Giancarlo Giorgetti, quello delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso e il capo di Stato maggiore della difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. Erano presenti anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il segretario generale della Presidenza della Repubblica Ugo Zampetti, il consigliere del Presidente della Repubblica per gli Affari del Consiglio supremo di difesa e segretario del Consiglio, Francesco Saverio Garofani.

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