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Cori e petardi, così i tassisti paralizzano il centro di Roma. Matteo Hallissey dei Radicali insultato, strattonato e allontanato dalla folla – Il video

21 Maggio 2024 - 14:44 Redazione
La tensione a Piazza San Silvestro. Tra insulti al grande nemico Uber

«Uber, Uber, vaffa» e «Ladri, papponi, fuori dai c…». Sono questi alcuni dei cori, accompagnati dal lancio di alcuni petardi, dei tassiti in protesta a Roma, in occasione dello sciopero nazionale del settore. Attimi di tensione si sono registrati quando a piazza San Silvestro il giovane 20enne Matteo Hallissey, segretario dei Radicali, ha affrontato i manifestanti con una maglietta con scritto sopra: “Fermiamo le lobby Liberalizziamo Radicali“. I tassisti lo hanno insultato e spintonato, facendolo anche cadere a terra, finché lo hanno spinto fuori dalla piazza, oltre lo sbarramento della polizia in via delle Convertite, traversa che porta in via del Corso. Una folla si è schierata davanti ai poliziotti gridando insulti, poi il dirigente di polizia e i leader dei tassisti sono riusciti a convincere i manifestanti a tornare nel presidio sulla piazza. Qui le immagini da Politicamente Italia:

Le ragioni della protesta

«Siamo qui in piazza perché secondo noi il governo sta subendo come sempre l’influenza delle piattaforme tecnologiche. Invece che negoziare con i lavoratori le regole anche per l’utenza, agevola soggetti che fanno speculazione finanziaria, negando la garanzia del servizio», ha dichiarato all’ANSA il coordinatore nazionale Usb Taxi, Riccardo Cacchione. «L’abbiamo visto in questi giorni – ha proseguito Cacchioni -. Si sono triplicati i costi per un guasto della linea ferroviaria. Non siano d’accordo con questa cosa e continueremo a batterci per tutelare il nostro futuro e quello dell’utenza». Alla richiesta di un commento sugli slogan al presidio contro Loreno Bittarelli, storico leader dei tassisti, accusato dai manifestanti di aver fatto un accordo con Uber per includerlo nella app dei taxi, Cacchione ha replicato «noi ce l’abbiamo con tutti quelli che agevolano le multinazionali. Se qualcuno vuole mettere il servizio taxi nelle mani di queste, troverà i tassisti disposti a battersi per impedirlo». Anche a Milano l’adesione allo stop nazionale è stata quasi totale. Attive solo alcune decine di macchine che fanno servizio sociale per anziani o per persone che hanno necessità di salute e devono essere accompagnate ai pronto soccorso. Poche le code in Centrale, dove attualmente c’è solo una quindicina di persone in attesa. Nella banchina vicino alla stazione Centrale i tassisti hanno lasciato uno striscione con scritto: “Urso, il ministro Made in Usa“.

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