Spagna, Norvegia e Irlanda riconoscono la Palestina. Schlein: «Lo faccia anche l’Italia». I precedenti e che cosa cambia
Spagna, Norvegia e Irlanda riconosceranno ufficialmente lo Stato della Palestina. L’annuncio è arrivato direttamente dai capi di governo dei tre Paesi europei, che già nei giorni scorsi avevano anticipato le proprie intenzioni. Si tratta, di fatto, di un riconoscimento che ha un valore soprattutto simbolico e politico, se non altro perché i singoli Paesi non hanno alcun potere di ammettere la Palestina come Stato membro dell’Onu a pieno titolo. I Paesi guidati da Pedro Sánchez, Jonas Gahr e Simon Harris si aggiungono agli altri 139 membri delle Nazioni Unite che già in passato hanno deciso di riconoscere ufficialmente la Palestina. Il primo Paese europeo a farlo fu la Svezia, nel 2014.
La mossa di Spagna, Norvegia e Irlanda
Il riconoscimento ufficiale dello Stato Palestinese da parte di Spagna, Norvegia e Irlanda avverrà il 28 maggio e arriva in un momento storico particolarmente delicato per il Medio Oriente. «Questo riconoscimento non è contro Israele e il popolo di Israele, né a favore di Hamas. Riconosceremo lo Stato della Palestina per pace, per coerenza e per giustizia», ha spiegato il premier spagnolo Pedro Sánchez. La sua mossa, presa di concerto insieme ai colleghi di Irlanda e Norvegia, punta più che altro a mandare un segnale politico al resto dei governi europei, nella speranza che altri seguano la strada tracciata. «Continueremo a fare pressione sulla comunità internazionale, perché si possa procedere verso la soluzione dei due Stati», ha aggiunto Sánchez. Una soluzione che secondo il premier spagnolo è messa in pericolo dall’offensiva su Gaza lanciata dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, che porta «solo dolore e distruzione».
Gli altri Stati che riconoscono la Palestina
Attualmente, sono undici i Paesi dell’Unione europea che riconoscono lo Stato Palestinese. Prima di Spagna, Irlanda e Norvegia erano stati Malta, Cipro, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania e Bulgaria a farlo. Nel 1999, nella relazione finale di un Consiglio europeo a Berlino, l’Unione europea si dichiarò pronta a «riconoscere lo Stato Palestinese a tempo debito». A livello mondiale, invece, sono 142 i Paesi Onu che riconoscono la Palestina, ossia circa il 70% dei membri totali delle Nazioni Unite. Tra i grandi assenti ci sono Stati Uniti, Canada, Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda, Francia e Italia.
Parigi: «Non è il momento giusto»
Proprio da Parigi è arrivata una delle prime reazioni all’annuncio di Spagna, Norvegia e Irlanda. Riconoscere la Palestina, ha commentato il ministro degli Esteri francese Stéphane Séjourné, «non è un tabù», ma ora non è il momento giusto. Secondo Séjourné, il riconoscimento deve servire soprattutto «per fare un passo avanti decisivo sul piano politico» e in questo momento non ci sono le condizioni «affinché questa decisione abbia un impatto reale».
Schlein: «Ora tocca all’Italia»
A benedire la mossa dei tre Paesi europei è anche la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, che lancia un appello al governo italiano affinché segua l’esempio. «Bene la Spagna di Pedro Sanchez, la Norvegia e l’Irlanda, che riconosceranno lo Stato di Palestina. Anche noi chiediamo il riconoscimento europeo dello Stato di Palestina, per aiutare il processo di pace», ha detto Schlein a margine di un evento a Roma. La premier Giorgia Meloni non è intervenuta sulla vicenda, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha risposto: «Bisogna capire cosa sia lo Stato palestinese perché non possiamo riconoscere uno Stato a guida di Hamas». Il leader di Forza Italia ha poi aggiunto: «Presto incontreremo il presidente del consiglio dell’Autorità palestinese e apriremo un percorso. Però non può essere fatto un riconoscimento della Palestina senza il riconoscimento di Israele da parte dello Stato palestinese, e viceversa».
Foto di copertina: Una bandiera palestinese sventola durante una manifestazione a Pamplona, in Spagna (EPA/Villar Lopez)
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