Decreto Salva Casa: come sarà la sanatoria per i piccoli abusi edilizi e quanto costerà mettersi in regola
Il Decreto Salva Casa arriva oggi 24 maggio in Consiglio dei Ministri. La sanatoria sulle piccole difformità edilizie servirà a gestire irregolarità su porte e spazi interni. Tra queste soppalchi, verande, tende e pompe di calore secondo le ultime indiscrezioni. Il decreto legge si compone di tre articoli e regolarizzare costerà dai mille ai 31 mila euro. Ovvero bisognerà pagare una sanzione pecuniaria pari al doppio dell’aumento del valore dell’immobile. La nuova norma non riguarda gli abusi edilizi strutturali, come lo spostamento di un muro portante, ma solo gli abusi minori, come un tramezzo spostato o una finestra posizionata diversamente. La Pace Edilizia è stata fortemente voluta dal ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini. Ma mancherà l’intervento che sana tutte le varianti pre-1977.
La Pace Edilizia
Con il decreto diventerà più facile provare lo stato legittimo di un immobile. Che è decisivo ogni volta che si presenta una pratica legata a una casa, dalle ristrutturazioni alle vendite. Il decreto stabilisce che adesso si possa guardare solo all’ultimo titolo edilizio. L’obiettivo, secondo la relazione illustrativa, è quello di rimuovere gli ostacoli che determinano lo stallo delle compravendite a causa delle irregolarità formali. Il Sole 24 Ore oggi indica una mappa delle novità. A partire dal limite di tolleranza, che aumenta per gli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024: si tratta dello scostamento possibile rispetto ai progetti presentati al Comune. Attualmente è al 2% e aumenterà in modo inversamente proporzionale alle dimensioni degli immobili. Arrivando fino al 5% per le case al di sotto dei cento metri quadri. Per un immobile compreso tra i 100 e i 300 la tolleranza è al 4%.
La doppia conformità
La doppia conformità invece passa a metà. Decade infatti l’obbligo della conformità sia alla normativa vigente al momento dell’intervento che a quella attuale. Ma solo per alcuni interventi. Ovvero per le opere realizzate in parziale difformità rispetto ai titoli depositati in comune. Come la presenza di stanze in più o di verande. Non saranno invece sanabili gli abusi totali. La regolarizzazione delle difformità parziali avviene attraverso il pagamento della sanzione. Ci sarà poi spazio ai lavori in edilizia libera. Tra gli interventi sono incluse le vetrate Vepa anche per i porticati rientranti all’interno dell’edificio. Così come le «opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici» la cui struttura sia costituita da tende, tende da sole, tende da esterno, tende a pergola con elementi di protezione mobili o regolabili. E che sia addossata o annessa agli immobili.
I cambi di destinazione d’uso
Sarà anche semplificata la procedura per i cambi di destinazione d’uso degli immobili. Specialmente all’interno delle aree urbane. I cambi da produttivo a residenziale sono sempre consentiti salvo la possibilità da parte dei comuni di fissarne le condizioni. Il decreto salva anche i dehors installati durante l’emergenza Coronavirus, che potranno essere mantenuti in esercizio e rimanere installati in deroga al Testo Unico dell’Edilizia. Tra gli interventi in edilizia libera consentiti anche le pompe di calore, così come la rimozione delle barriere architettoniche. Non saranno considerate violazione edilizia anche il mancato rispetto dell’altezza, dei distacchi, della cubatura, delle superfici coperte, con specifiche crescenti fino al 5% delle misure previste nel titolo abitativo.
Le tolleranze
Le tolleranze, cioè gli scostamenti tra quanto autorizzato e quanto effettivamente realizzato in cantiere, vengono riparametrate dall’attuale 2% a livelli più alti. Restano del 2% per una superficie superiore a 500 metri quadri; passano al 3% per una superficie tra i 300 e 500 metri quadri; diventano del 4% per una superficie tra i 100 e 300 metri quadri e del 5% sotto i 100 metri quadri.