Michele Santoro: «Porto il tema della pace al centro delle europee. Lucano mi cercava, poi è sparito. Lucia Annunziata? Sempre dalla parte dei forti» – L’intervista
«Non è così fondamentale per me arrivare al 4%. Anzi, toccare il 3% sarebbe comunque strepitoso per un movimento che è nato da poche settimane». Michele Santoro ha visto l’ultimo sondaggio di Ipsos che dà Pace Terra Dignità all’1,9% e in crescita dello 0,4% rispetto a un mese fa. Ma il giornalista e autore televisivo che ha deciso di scendere in campo per le elezioni europee dell’8 e del 9 giugno non sembra preoccupato: «Anche perché si tratta di una rilevazione che coinvolge 500 persone. Questo vuol dire che vengono privilegiate le grandi forze storiche. Vediamo poi se alle urne questo risultato si confermerà. Credo che i sondaggisti oggi facciano una gran fatica a riprodurre la realtà in questo periodo. Aspetterei il voto per parlare».
La soglia
E non si scompone neppure quando gli si fa notare che secondo i sondaggisti il suo nome “pesa” esattamente per un 2% alle urne, quindi il suo partito non sta portando per ora valore aggiunto: «Io penso che chi parla così non conosce la storia della politica italiana. E non ricorda che per esempio Giorgia Meloni si è presentata per la prima volta con Fratelli d’Italia alle elezioni europee e non ha raggiunto il quorum. Questo è un modo per screditare le nuove liste, ma se si vuole ragionare seriamente bisogna riconoscere che un movimento che in poco tempo raggiunge il 2% è una forza politica crescente. Abbiamo raccolto 100 mila firme in poche settimane, siamo riusciti a presentarci ovunque. Questo vuol dire che abbiamo una spinta dal basso importante. Poi se si vuole ragionare dal punto di vista dei potenti…».
Per il conduttore di Samarcanda l’obiettivo principale della campagna elettorale è quello di «porre il tema della pace al centro della competizione. Noto che è scattata una forma di censura molto forte da parte di giornali e tv. Infatti quando abbiamo avuto qualche problema nelle circoscrizioni tutti i tg si sono affrettati a dire che non saremmo stati presenti. Quando siamo stati riammessi solo il Tg di Mentana lo ha detto, anche se ha sbagliato il nome della lista».
Il riarmo atomico dell’Europa
Oggi, secondo Santoro, i partiti principali «finiscono nei pastoni dei telegiornali in aperta violazione della par condicio e questo dà loro un vantaggio enorme rispetto agli altri. Ma i nostri obiettivi rimangono chiari: uscire dalla guerra, sanare la lesione dei diritti costituzionali che rappresenta la fornitura di armi all’Ucraina, e poi non costruire un esercito europeo. Perché i paesi dell’Ue spendono 1000 miliardi per le armi, la Russia ne spende un decimo. Quindi sugli armamenti tradizionali siamo abbastanza tranquilli, possiamo fronteggiare tranquillamente un’invasione russa. Mentre la costituzione di un esercito europeo dovrebbe partire da un riarmo atomico dell’Ue. E noi su questo siamo ovviamente contrari, perché avviene a discapito delle politiche sociali e della sfida del cambiamento climatico». Che richiederebbe l’utilizzo di ingenti risorse, spiega Santoro: «Abbiamo bisogno di canalizzazione delle acque, di lavori importanti perché l’acqua è diventato un bene indispensabile. Sottrarre risorse a questo per darle alle armi mi pare una follia».
Cancellare il debito
E poi Santoro propone «la cancellazione di 2500 miliardi di debiti che sono titoli di Stato in pancia alla Banca Centrale Europea per accelerare la transizione ecologica e proteggere le categorie coinvolte: dagli agricoltori agli operai». Anche perché, ragiona Santoro, «attualmente l’Europa pensa di spendere appena 300 miliardi per la transizione ecologica: si tratta di una cifra inadeguata. Anche Trump negli Usa si oppone alla transizione “alla Biden”, ovvero lenta e fatta negli interessi delle grandi aggregazioni finanziarie che non possono dismettere all’improvviso i loro investimenti nel fossile». Quando gli si chiede quale istituzione europea potrebbe avere la statura per dire “basta massacri” a Netanyahu e a Biden, risponde che «in questo momento l’Europa è in ginocchio. E non lo dico solo io. Lo dicono anche giornalisti ex presidenti del Consiglio come Monti, che parlano di una Ue a pezzi e dicono che per ricostruire un’identità politica europea “è necessario un bagno di sangue”. Su questo non c’è stato dibattito perché si preferisce parlare di altro, mentre il mondo è sull’orlo di un conflitto atomico e quando l’altro giorno è caduto l’elicottero di Raisi tutti abbiamo tremato per la paura di un’escalation. Così come nel giorno dell’attacco dei droni italiani Bibi si è rifugiato nel rifugio antiatomico e Biden era nella sala ovale con la sua valigetta. Per noi invece è importante discutere se Chico Forti andasse accolto o no dalla Meloni, cosa che – sia chiaro – trovo comunque assurda. Questo è il livello del dibattito in Italia».
Lucano e Tarquinio
Poi Santoro parla della candidatura di Marco Tarquinio con il Partito Democratico: «Ne sono contento perché vuol dire che è un primo risultato della nostra azione: il Pd è stato costretto ad aprirsi alle tematiche della pace. Mi chiedo se ci sia coerenza, visto che sono uno dei pochi che ha letto il manifesto del Pd per le Europee che impegna tutti i candidati a sostenere l’Ucraina anche sul piano militare. E non credo che su questo Tarquinio sia d’accordo. Ma tanto nessuno glielo chiede…».
Quella di Mimmo Lucano, invece, secondo Santoro fa parte di «una strategia del Pd e di Avs per arginare la crescita della nostra lista. Lucano mi aveva proposto una lista unitaria alla quale avevamo aderito tutti, da De Magistris a Rifondazione. Ma la verità è che né Sinistra Italiana né i Verdi volevano farla perché non vogliono porre la guerra al centro della campagna elettorale. Lucano si è tirato indietro dall’operazione che lui stesso ha proposto. Perché lo ha fatto? Non lo so. Io continuo a stimarlo. Ma resta il fatto che è scomparso dopo aver proposto una lista che avrebbe preso più del 6% e sarebbe diventata competitiva in Italia. Si vede che ha preferito sopravvivere…».
Calenda e Annunziata
Santoro è caustico quando gli si fa presente che secondo Calenda gli slogan come “votateci per portare la pace in Europa” sono fuorvianti perché nessun partito riuscirebbe a mantenere una promessa del genere: «Non capisco allora quali promesse riuscirebbe a mantenere il leader di Azione. Prima di tutto dovrebbe dirci quali riesce a mantenere lui».
Sulla sfida con Lucia Annunziata nella circoscrizione Sud, dopo i tanti scontri degli anni precedenti, invece ci tiene a precisare che «prima di tutto è lei ad avere pessimi rapporti con me, è lei che se ne è andata da una mia trasmissione che si chiamava “La guerra dei bambini” perché aveva visto un servizio che secondo lei era stato fatto da Hamas e invece era di un mio producer che lavorava da anni in Palestina: alla fine quell’episodio ha prodotto nei confronti di Israele una condanna per crimini di guerra. Annunziata è fatta così: è sempre dalla parte di chi comanda. Ancora una volta lei sta sulla corazzata e io sulla mia scialuppa. Ma purtroppo per lei la mia sfida è sempre quella più interessante ed avventurosa».
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