In Evidenza Legge di bilancioOpen ArmsTony Effe
ECONOMIA & LAVOROBenettonLavoro e impresaModaSindacatiTrevisoVeneto

L’allarme dei sindacati sul buco di Benetton: «Non pensavano fosse così grande». I dati sulla crisi e la «supponenza dei manager»

25 Maggio 2024 - 13:51 Ugo Milano
Dopo l'intervista del fondatore del Gruppo al "Corriere della Sera", le organizzazioni sindacali si dicono preoccupate per i 1.300 posti di lavori nel Trevigiano

Il mancato raggiungimento degli obiettivi per il 2023 da parte del gruppo Benetton era previsto, «ma non certo delle dimensioni indicate da Luciano Benetton nell’intervista al Corriere». È questa la reazione delle organizzazioni sindacali di Treviso alle parole rilasciate dal fondatore del gruppo tessile, che ha rivelato l’esistenza di un buco da 100 milioni di euro nelle casse dell’azienda. I sindacati spiegano che erano già stati messi al corrente del fatto che non sarebbero stati distribuiti i premi di risultato previsti nel contratto integrativo, ma i dati ufficiali relativi al 2023 non sono ancora stati resi noti. A rincarare la dose della polemica è Gianni Boato, segretario generale della Femca Cisl di Treviso, secondo cui la somma dei disavanzi del gruppo Benetton dal 2013 ad oggi supererebbe il miliardo di euro.

Il ruolo di Luciano Benetton

Nell’intervista al Corriere della Sera, Luciano Benetton ha annunciato la volontà di abbandonare definitivamente il gruppo da lui stesso fondato sessant’anni fa, lanciando accuse pesanti all’attuale dirigenza: «Mi sono fidato e ho sbagliato. Sono stato tradito nel vero senso della parola. Qualche mese fa ho capito che c’era qualche cosa che non andava, che la fotografia del gruppo che ci ripetevano nei consigli di amministrazione i vertici manageriali non era reale». Quando Luciano Benetton è uscito dall’azienda nel 2012, «la società era in salute, con un fatturato di 2 miliardi e in utile», ricorda il fondatore del Gruppo. Una ricostruzione su cui anche i sindacati sembrano concordare. «A intervenire per appianare i debiti è sempre stato Luciano Benetton, che non ha mai fatto ricadere pesantemente sui lavoratori e sulle lavoratrici il prezzo della crisi. Per questo è amato e rispettato dai lavoratori», precisa Gianni Boato.

Il timore per i posti di lavoro

Ora, però, l’aria è cambiata. E i sindacati temono per il futuro dei circa 1.300 lavoratori che lavorano nelle sedi di Ponzano Veneto e Castrette di Villorba, nel Trevigiano. Da tempo sono in vigore ammortizzatori sociali ed incentivi all’esodo volontari, pari a circa 50 mila euro. Ma dopo l’intervista di oggi rilasciata da Benetton al Corriere, i sindacati temono che queste misure «potrebbero non essere più sufficienti ad attutire l’impatto sociale» sul bacino occupazionale di Treviso. Per quanto riguarda invece gli aspetti caratteriali di alcuni manager, evidenziati nell’intervista dallo stesso Benetton, i sindacalisti aggiungono: «Non tanto l’amministratore delegato, ma altre figure che a lui rispondono hanno manifestato in più occasioni toni di supponenza alla “Marchese del Grillo”, rigettando occasioni di confronto con dirigenti presenti nel sistema di Ponzano Veneto da moltissimi anni».

In copertina: Luciano Benetton ai funerali di Leonardo del Vecchio, 30 giugno 2022 (ANSA/Luciano Solero)

Leggi anche:

Articoli di ECONOMIA & LAVORO più letti